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Giornata degli infermieri, la potenza dolce di Valentina: “Ora eroi ma c’eravamo anche prima: stipendio da fame e turni-massacro”

“Nell’emergenza Covid ci dicono tutti che siamo i loro eroi ma noi c’eravamo anche prima, con turni massacranti e stipendi da fame”.

Così Valentina Bianchi, infermiera che vive in Svizzera ma lavora in una Rsa comasca, in occasione della Giornata Mondiale dell’Infermiere.

Un messaggio potente e diretto, che porta a riflettere su una professione che “in Italia è poco rispettata – così spiega Valentina – Con l’emergenza legata al Coronavirus, sono venute alla luce le esigenze della nostra categoria che però c’erano anche prima. Per noi è importante la questione del riconoscimento della nostra professione, lo sentiamo molto”.

Un riconoscimento che, secondo le parole dell’infermiera svizzera, è venuto a mancare col passare degli anni.

“Lavorando da 25 anni come infermiera, ho notato che col passare del tempo il rispetto per medici e infermieri è un po’ venuto meno – continua Valentina – Si sente spesso di scontri tra gli operatori sanitari e i pazienti o i loro parenti, che molto spesso contestano il nostro operato e questo ci colpisce nel profondo. Siamo umani anche noi, non possiamo fare miracoli ma applichiamo le nostre conoscenze come meglio riusciamo”.

In merito alla situazione che viene vissuta in questo momento dagli infermieri italiani, con l’emergenza Covid ancora in corso, Valentina aggiunge: “Noi dobbiamo mantenere un certo rigore per andare avanti, non possiamo lasciarci andare. Cerchiamo sempre di restare professionali, che significa anche impegnarsi per ottenere il meglio per i nostri pazienti”.

“Con l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, fare stare bene una persona purtroppo spesso vuol dire solo accompagnarla verso la morte – continua l’infermiera – Questo aspetto è uscito fortemente ora, ma per noi sono situazioni quotidiane. Con la chiusura della casa di riposo abbiamo fatto tante videochiamate ai parenti, personalmente ho rivissuto alcune situazioni che mi mancavano da tempo: ho pianto durante una video chiamata tra un paziente e suo figlio, provando una vicinanza emotiva che nella nostra routine lavorativa rischiamo di non poterci permettere spesso”.

Infine, l’invito a valorizzare la professione dell’infermiere in un’occasione speciale come quella di oggi, dedicata proprio a questa figura.

“Per la giornata di oggi, ci facciamo tanti auguri ma speriamo soprattutto in un miglioramento a livello professionale – conclude Valentina – Credo che questa emergenza abbia aperto uno spiraglio sul mondo infermieristico:  non siamo eroi, santi o missionari ma facciamo solo il nostro lavoro. Vorremmo solo che ciò fosse riconosciuto e che si possa svolgere al meglio, d’ora in avanti”.

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