La bellezza di Como, la zona bianca in arrivo, la voglia delle persone di tornare a passeggiare all’aria aperta.
Un mix che ha riportato di botto nei weekend migliaia di persone nel capoluogo. Tema non nuovo, quello dell’assalto dei turisti di giornata alla città, e che, anzi, da più parti è stato chiesto di affrontare con un programma sul turismo sostenibile.
Il tema però è tornato fortemente alla ribalta dopo l’intervento in consiglio comunale del rappresentante di Svolta Civica Vittorio Nessi che, in aula, aveva affermato: “Rischiamo che Como diventi una piccola Venezia cannibalizzata da un’orda di gitanti domenicali che consumano le risorse comuni senza un ritorno di immagine e di qualità, sottraendo la città ai comaschi e alle loro occupazioni tradizionali sempre più incalzati da un massa difficilmente controllabile di persone interessate a passaggi mordi e fuggi”. Una frase che ha scatenato non poche critiche nei suoi confronti.
Dopo il suo intervento in consiglio comunale l’hanno attaccata definendola “radical chic” ed “elitario”. Cosa ne pensa?
Mi sono fatto una bella risata. Mi ha molto divertito l’invito fattomi da un lettore di trasferire la residenza da Como a Capalbio.
Conferma la sua posizione, i visitatori della domenica mordi e fuggi non fanno bene alla città?
Il mio intervento in consiglio comunale partiva dalla critica secondo cui non aveva senso investire su due filmati, peraltro banali, per il dichiarato proposito di rivolgersi a un pubblico giovane che è già un abituale frequentatore della nostra città. Ho invece sostenuto che l’amministrazione ha il dovere di avere una visione su questo tema delicato. Insomma, la differenza non sta tra turismo di élite e turismo di massa ma tra turismo organizzato e disorganizzato. Ho quindi sostenuto che se il fenomeno non viene governato “rischia” di fare alla città più male che bene.
Non trova che si stia creando uno scontro tra commercianti e residenti su questo tema? Esigenze diverse di chi vive la città.
Residenti e commercianti hanno lo stesso interesse di avere una città viva, ricca di iniziative, ordinata e pulita nella quale il turismo rappresenti un’occasione e un’opportunità. Noi offriamo ai visitatori la nostra cultura e la nostra bellezza. Penso che a tutti stia a cuore il rispetto per la nostra generosità.
Quello delle folle di turisti non è un tema nuovo. Da prima di noi lo soffrono mete come Venezia o Capri (che più di una volta proposero un numero massimo di visitatori). Quale potrebbe essere la sua proposta per Como, come vede il turismo del futuro di Como?
Non ho mai affermato la necessità del numero chiuso. Costruire l’identità del luogo è un percorso lungo e impegnativo e lo si deve modellare secondo le sue potenzialità: storia, cultura, arte, natura rappresentano percorsi fondamentali da individuare e mettere a disposizione di chi viene nella nostra città. Basta guardarsi in giro: Brescia da città industriale si è data nel tempo un’immagine storico-artistica. Una politica del turismo non si improvvisa ma deve essere portata avanti da persone competenti e appassionate sostenute da risorse adeguate. A Como nulla di questo è all’orizzonte.
4 Commenti
Visto che lo sveglissimo LOCNESSO non propone nulla per fermare l’invasione del popolo dei mordi e fuggi…. Io propongo una bella tassa da 5 euro a testa per tutti i residenti fuori provincia da pagare solo nei week end come c’è a Venezia. Ovviamente se per sbaglio, ripeto per sbaglio, questa amministradistruzione dovesse votarla gli introiti andrebbero spesi esclusivamente per abbellire la città e chiudere al traffico tutto il lungolago.
Ha scoperto l’acqua calda anzi caldissima. È in ritardo di almeno 5 anni. Un vero competente. Ormai la frittata è fatta. Ovviamente il LOCNESSO NON PROPONE NULLA PERCHÉ CERCA SOLO DI FARSI PUBBLICITÀ PER LE PROSSIME ELEZIONI.
COSA PROPONI LOCNESSO DI CISTRUTTIVO PER FERMARE LE ORDE BARBARICHE????
Ha perfettamente ragione il Dott.Nessi. La differenza non è tra turismo elitista o turismo di massa, tra turismo dei musei e quello degli aperitivi, la differenza è tra turismo organizzato e turismo disorganizzato. La prova di quanto dice il consigliere di Svolta Civica, è quello che disse Bianca Passera quasi un anno fa in una intervista concessa alla giornalista Chiara Tajana e pubblicata su questo giornale. Disse che era necessario dotarsi di una strategia e di politiche orientate a caratterizzare le infrastrutture prima che Como diventasse come Venezia e Taormina. Prima, aggiungo io, che da bella e interessante città diventasse una caotica città affollata come tante altre. Dopo meno di un anno il caos, la folla e il traffico di Como ha raggiunto i livelli di Venezia e Taormina. Ma il problema principale non è questo. Chi punta al turismo “mordi e fuggi” gestisce un’impresa turistica “mordi e fuggi”. I bar e i ristoratori che hanno interesse alla folla saranno i primi ad abbandonare Como quando passerà di moda e diventerà meno attrattiva per il turismo di massa di altre località. Sono gli operatori su cui puntiamo per il futuro? Sono quelli che hanno in mente il turismo domani? Sono quelli che hanno prospettive di lungo periodo o che vivono solo per massimizzare sul breve periodo? Mah….
L’attuale “amministrazione” comunale ha una sola politica “turistica” : tavolini ovunque e gratis sperando in un tornaconto alle prossime elezioni.
Stanno distruggendo un gioiello per incapacità propria ed ingordigia altrui.