Nella serata che ha visto la presentazione del Documento unico di programmazione in consiglio comunale, il sindaco di Como Alessandro Rapinese è tornato a parlare del prossimo arrivo dei 5 auto Autovelox in città (qui le vie interessate). Al di là della tempistica, al momento non ancora definita con esattezza per le lungaggini burocratiche (l’installazione dovrebbe comunque verificarsi nel 2025), il primo cittadino ha dapprima espresso parere favorevole alle modifiche appena entrate in vigore per il nuovo Codice della strada.
“Sono favorevole a norme più rigide – ha affermato in aula – anche se purtroppo ci si è dimenticati alcuni aspetti, ad esempio di fare finalmente chiarezza sulle procedure di omologazione e approvazione degli autovelox, temi che spesso danno origine a contenzioni anche legali. Sembra quasi che non si voglia risolvere il problema, la nostra Repubblica qui dovrebbe farsi un esame di coscienza perché continua a parlare di sicurezza stradale ma in realtà non la vuole”.
Ma il passaggio destinato a far discutere è quello legato ai cartelli di avviso obbligatori sulle strade per avvisare gli automobilisti della presenza di autovelox sulla strada.
“Per quanto mi riguarda, personalmente gli avvisi li eliminerei – ha dichiarato il sindaco di Como – Non hanno senso, paesi evoluti, civili e democratici non ti dicono che tra un km c’è un autovelox: se sei un cretino che va a 200 all’ora ti sanziono, punto. Noi invece lo diciamo un km, allora è una selezione di idioti che nonostante il cartello grande così vanno comunque troppo veloci. Questi soggetti hanno anche un difetto di comprensione, dovremmo indagare se possono proprio avere la patente. A pochi km da qui mettono una telecamerina per strada e ti dicono: questo certifica che andavi a quella velocità, la patente non la vedi più”.
“Quando arriveranno gli autovelox a Como? Dobbiamo adempiere a un iter, non lo so ancora dire – ha concluso Rapinese – A me farebbe comodo averli da subito, così avremmo meno idioti e più soldi. E secondo me di soldi ne faremo: ben vengano, li spenderemo bene, non ci andrò al mare”.