Gli svizzeri – oggi al voto – hanno clamorosamente e sonoramente bocciato il decreto federale sul potenziamento delle strade nazionali: sei progetti per un costo totale di 4,9 miliardi di franchi che sono stati stoppati dal 52,70% dei votanti. Da notare che il Ticino non ha fatto eccezione, anzi: ben il 56% dei ticinesi ha votato contro quei progetti.
A favore degli ampliamenti delle autostrade svizzere era però schieratissima la Lega dei Ticinesi, che a urne chiuso ha rilanciato misure alternative per decongestionare il traffico che – come sempre – prendono direttamente di mira i frontalieri.
Secondo la Lega dei Ticinesi, infatti, con l’esito del voto “si rischia concretamente di affossare anche i futuri interventi nel nostro Cantone Ticino: come il collegamento A2-A13 (per buona pace del Locarnese) ed il potenziamento dell’autostrada Lugano-Mendrisio. La Lega dei Ticinesi farà quanto in suo potere affinché un simile scenario non si concretizzi”.
“Le strade nazionali – continua il comunicato – rappresentano un servizio pubblico basilare: esse servono a scaricare il traffico di transito dai centri abitati, preservandone la qualità di vita”.
E poi la conclusione: “La nostra rete autostradale è stata realizzata tra gli anni 60 ed 80 del secolo scorso. Ai tempi, la Svizzera aveva poco più di 5 milioni di abitanti. Oggi, a seguito dell’immigrazione incontrollata voluta dalla partitocrazia, ne ha 9. Ai quali si aggiungono i frontalieri. Il pacchetto in votazione era la logica conseguenza del rifiuto di limitare l’immigrazione e il frontalierato, disattendendo le decisioni popolari. In conclusione, la Lega dei Ticinesi attende ora l’impegno di tutte le forze politiche per sgravare la nostra rete viaria riducendo finalmente il frontalierato e l’immigrazione”.