RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità

“Dall’assenteismo civile nasce un lungolago di Como con gradini e dislivelli difficili per le carrozzine””

“Sono anche il decano degli automobilisti, ho la patente più vecchia di Como”. Nini Binda, ex assessore imprenditore comasco, 90 primavere compiute non dà molto, è stato in effetti premiato a Villa Gallia nella cerimonia organizzata dall’Automobile Club Como alla presenza del prefetto, del sindaco… l’oggetto della nostra telefonata è però più che altro il lungolago. Come fa spesso, Nini Binda ha da poco affidato il suo pensiero a un post sul suo profilo Facebook.

“Io avverto un assenteismo civile che può distruggerci farsi i fatti propri sembra la regola più diffusa da non trascurare anche un’omertà di attenzione di chi non vuole sapere, chiude non solo un occhio per non vedere e non capire – scrive Binda – Una considerazione sulla passeggiata del Lungolago. Non è compito del Comune, ma di chi l’ha progettata. Si parla tanto di disabilità, ma un numero elevato di dislivelli rende difficile percorrerla in carrozzina (e sì che Como a livello di disabilità… ma lasciamo perdere) dovrebbe essere messa bene. La disperazione più grave che possa impadronirsi di una società è il dubbio che tutte le osservazioni siano inutili e da cestinare”. Sulla nuova passeggiata, peraltro, il tema delle barriere era già emerso un anno fa ma del ponticello che avrebbe potuto risolvere almeno parzialmente il tema nel tratto piazza Matteotti-piazza Cavour finora non si è più avuta traccia.

Le sue osservazioni è difficile che siano inutili, però Binda. 
Basta percorrere un tratto di lungolago a piedi e si capisce che non si può circolare con una carrozzina: ci sono gradini, dislivelli, ponticelli. Ne ho parlato anche con il sindaco Rapinese, che è intervenuto alla premiazione dell’Aci.

Cosa le ha detto se posso chiedere?
Mi ha spiegato che non l’aveva ancora attraversata a piedi in questi primi giorni di apertura e mi ha assicurato che lo avrebbe fatto presto.

La responsabilità del cantiere delle paratie non è del Comune di Como, però.
Infatti, il cantiere è della Regione e non si è aperto da pochi giorni o mesi. La Regione è a guida leghista e se penso alla disabilità, dovrebbe avere un’attenzione molto alta. Abbiamo il ministro della Disabilità, Alessandra Locatelli, che è comasca e della Lega. Fino a pochi anni fa è stata anche assessore alla Disabilità in Regione Lombardia.

La sua Como resta una città fragile e complessa, da qualsiasi parte la si guardi.
Io ho vissuto sotto un podestà, mio zio Attilio Terragni e quindici sindaci. Abito in centro storico, questa è una mia amara constatazione, abbiamo reclamizzato giustamente il nostro Lago e le nostre bellezze, ma non abbiamo programmato l’overtourism, da 25 anni Como è rimasta ferma a livello infrastrutturale oggi la città e la provincia vivono un risveglio lento dopo un lungo sonno delle idee e della ragione, ora si sta ripartendo, si può vincere ogni sfida ma ci vogliono gli uomini giusti che sappiano chiamare esperti urbanistici (penso alla Stadio) non bisogna sentirsi sminuiti, illustri amministratori del passato lo hanno fatto.

Com’è oggi vivere in centro Como?
Siamo una città fragile con una conformazione orografica delicata siamo al centro dell’Europa e questo ci ha dato la consapevolezza che l’apertura al mondo è una grande opportunità, da un lato la globalizzazione è un vantaggio dall’altro porta forti disuguaglianze, una città di successo ha valori immobiliari, che salgono e rischia di lasciare esclusi dalla vita della città coloro che sono cresciuti qui, questo è un tema importante su cui riflettere.

La conformazione di Como non è ideale per la gestione dei flussi di traffico.
Il mio piano della mobilità e la zona Ztl sono stati stravolti, il carico e scarico delle merci resta affidato all’anarchia i monopattini con 2 persone sfrecciano indisturbati, le bici dei delivery food sono moto da Grand Prix, con ruote mostruose, pilotate da insolenti e a folle velocità – scrive ancora Binda su Facebook – penso che la vigilanza dovrebbe controllarle e vedere se sono a norma.

Quali sono le zone più critiche a livello viabilistico?
A Como è difficile vivere, alcuni punti su cui riflettere basta andare in piazza Matteotti per vedere il caos creato dall’incrocio delle varie vie e attraversamenti stradali, dovrebbe essere oggetto di una maggiore condivisione fra le parti interessate (Asf, tassisti, commercianti e per finire i cittadini) avendo vissuto tanti anni a Sant’Agostino, io percepisco il malcontento e tanti mi chiamano conoscendo il mio passato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

35 Commenti

  1. Ma scusi Sig. Sindaco, ma delle panchine all’ombra tra gli alberi, per gli anziani e per genitori con bambini piccoli, no? ma la collettività viene prima di tutto o no?

  2. Tenetevelo pure il vostro centro dell’Europa , e cercate di soddisfare chi paga le tasse in loco , cioè i cittadini che a quanto pare non lo sono .

  3. Avevo 8 o 10 anni e quando la domenica ogni tanto papà ci diceva “andiamo a Como con la Nord” era festa. Arrivavamo a Como Lago e si sentiva gia dal treno il profumo del lago. Poi appena usciti l’azzurro e il verde dellacqua e delle montagne. I battelli, i gabbiani, i “mosconi” a noleggio e la bellissima monumentale balaustra coi timoni. Oggi è irriconoscibile la città e se non fosse perché ogni tanto cerco di fare un giro col Piroscafo, farei a meno di venirci.

  4. Lo staff di cervelloni che ha progettato e chi ha messo in opera un lungolago-gimkana, si assuma le proprie responsabilità e provveda a rimettere in sesto lo scempio…utopia…la colpa non è mai di nessuno, tanto, paga sempre Pantalone! Che pubblicità vergognosa!

  5. È una vergogna dopo quasi vent’anni avere un lungolago così…pensare a un saliscendi o a uno scivolo o semplicemente tutto sullo stesso livello era troppo poco?! Mah

  6. Benissimo e se un disabile volesse godersi il paesaggio o fermarsi un attimo davanti al lago o fare una foto non può? Chi è in carrozzina dovrebbe poter fare qualsiasi cosa facciano gli altri… e per accedere ai pontili? Inoltre anche le persone anziane possono aver difficoltà a salire e scendere gradini. Devono stare a casa?

  7. Ora mi aspetto una bella diretta della consigliera Negretti sul problema dislivelli che rendo il “bellissimo” lungo lago poco accessibile ai diversamente abili e agli anziani.

  8. Chiudono Bar e Ristoranti se non sono agibili ai disabili e qui dopo anni di progetti, revisioni e approvazione da parte di diversi Enti scopriamo che è una passeggiata “al salto” eccesso di gradinate e poca agibilità. Una pessima figura
    per progettisti e revisori .

  9. Il disagio x gli accesi è evidente ma cosa dire della nuova biglietteria? Sportelli senza una copertura adeguata, adesso hanno messo dei tendoni. Senza parole.

  10. Che noiosi comaschi!
    Era a misura di disabile x 16 anni di cantiere fermo!!! Tutti zitti prima!
    Accettiamo sta mezza schifezza,meglio di prima senza altro!

  11. Sono una nonna di 70 anni. L’altro giorno ho dovuto portare in battello mio nipotino in passeggino da Como a Tavernola. Ho dovuto bypassare le gradinate del pontile centrale per arrivare a chiedere informazioni, poi ho dovuto ridiscendere nel vialetto sotto i tigli per arrivare al pontile 3, causa altri gradini. Ho quasi perso la corsa… Assurdo!! Il mio nipotino crescerà e non avrà più bisogno del passeggino, ma i disabili? Dov’è il ponticello promesso???

  12. Purtroppo è una questione culturale, quasi impossibile da eradicare. Chi amministra il pubblico, a tutti i livelli, certe cose non le vede neanche. Delirio di onnipotenza. Noi che soffriamo per queste cose dobbiamo far finta di non vedere, ne va della nostra tranquillità interiore. Personalmente mi sono rassegnato, pensare di cambiarle è pura utopia. L’unica è cambiare paese.

    1. Quella l’hanno notata tutti. Lei invece non ha evidentemente notato le EVIDENTI difficoltà per un disabile che volesse percorrere, come qualunque altro cittadino, la passeggiata (“a lago”, non “a strada”) per l’intera sua lunghezza.

  13. Progetto del lungolago vecchio di 20anni in cui non c’era attenzione alla disabilità. Cambiare il progetto lo avrebbe fatto slittare di anni. Bisogna incidere sulla burocrazia snellendola a livello nazionale perché non è possibile che per migliorare un progetto ci vogliano tanti pareri di enti diversi. Comunque la ciclo pedonale mista per pedoni e bici può consentire ai disabili di percorrere la passeggiata senza scalini, ovvio che pedoni e bici con senso civico devono dare la precedenza a chi ha difficoltà motorie. L’Educazione civica si insegna a scuola e con i comportamenti

  14. Sono d’accordo con Roberto prima di parlare per farsi notare si faccia il pezzo incriminato e si noti che stando a destra non è presente alcuna barriera. Unici nei che ci sono sono la mancanza di bagni e la ridicola mancanza di parapetti per le altezze. Quelli storici andavano benissimo ed essendo progettati quando le norme erano differenti a “norma”.

    1. Benissimo e se un disabile volesse godersi il paesaggio o fermarsi un attimo davanti al lago o fare una foto non può? Chi è in carrozzina dovrebbe poter fare qualsiasi cosa facciano gli altri… e per accedere ai pontili?

    1. Nei fatti non è né CICLO né pedonale, basterebbe un po’ di intelligenza per capirlo.
      È un obbrobrio come tutta l’autostrada a lago firmata “ventennio destra al potere”

    2. quindi un disabile o una mamma con la carrozzina sono come i ciclisti, ergo devono andare sulla ciclabile? complimenti. Non possono andare sulla passeggiata? alla ringhiera? dove gli pare?

    3. Benissimo e se un disabile volesse godersi il paesaggio o fermarsi un attimo davanti al lago o fare una foto non può? Chiedo è in carrozzina dovrebbe potergare qualsiasi cosa facciano gli altri… e per accedere ai pontili?

  15. In quanto opera pubblica avrebbe dovuto prevedere per chi ha limitazioni motorie più accessi e ben segnalati. Confido che si ponga rimedio, si può tranquillamente intervenire creando le rampe d’accesso e ponendo segnaletica adeguata. Questo in una città civile è il minimo sindacale.
    Anni di cantiere e nessuno si è mai posto la domanda “ma l’accesso per disabili dov’è?”.
    Non sarà stato compito del Comune, ma il fatto che se ne sia ben guardato dal porre in evidenza questo tema lo rende corresponsabile. Avrebbe dovuto controllare e pretendere gli accessi. Se questa è l’attenzione verso il mondo dei disabili… ci racconta molto bene in che mani siamo finiti. Tra l’incompetenza ed il pilatesco.

  16. Sono appena tornata da una breve vacanza a Loano, mi hanno colpito i marciapiedi: davanti ai passi carrai e agli attraversamenti pedonali, sono tutti a raso in modo da facilitare mamme coi in passeggini e sedie a rotelle.
    Serve aggiungere altro?

Lascia un commento

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo