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Attualità, Cinque sensi

Grande storia dal Lago di Como: “Abbiamo mollato tutto e preso un crotto”. Riccardo e Daniela tra cucina per tutti, cani salvati e rinascita

C’è chi sogna di mollare tutto e andare a vivere in montagna. E poi c’è chi, come Riccardo Nasoni e Daniela Calcaterra, l’ha davvero fatto. Cinque anni fa hanno lasciato Como, la città, il lavoro stabile, le comodità. Hanno caricato tutto su un fuoristrada e sono saliti verso Piazzaga, un piccolo borgo nel comune di Torno, raggiungibile solo a piedi, dopo circa un’ora di cammino.

A condividere il progetto c’è anche Paola Beretta, amica di sempre e terza socia, che però non si è ancora trasferita.

“Cercavamo una casa con giardino per il nostro cane – racconta Riccardo – ma quando abbiamo visto questo posto ci siamo innamorati all’istante. Non era nei nostri piani lasciare la città, ma la montagna ci ha chiamati. Mia moglie lavorava come ingegnere in un impianto di depurazione, un lavoro bello ma stressante. C’erano brutte dinamiche, troppa pressione. Un giorno ci siamo guardati e ci siamo detti: basta, cambiamo vita”.

Un crotto che è diventato casa

Il crotto di Piazzaga ha un passato antico. “Un tempo queste grotte servivano per conservare formaggi e salumi – spiega Riccardo – perché all’interno la temperatura resta sempre intorno ai dieci gradi. Poi, con gli anni, il luogo è stato abbandonato. L’aveva preso in gestione un’altra coppia da cui noi l’abbiamo comprato”.

Ora è un punto di riferimento per escursionisti, famiglie e abitanti del posto. “Non è solo un ristorante – sottolinea – è un luogo d’incontro. Ci piace che la gente si senta parte di qualcosa, che possa fermarsi, chiacchierare, respirare la montagna”.

Il crotto è aperto tutto l’anno, e loro ci vivono stabilmente. “Abbiamo passato anche tre settimane isolati per una frana – ricorda Riccardo – ma non ci siamo mai pentiti della scelta. La montagna ti mette alla prova, ma ti regala molto di più”.

“Ci piace avere gente, anche solo per due chiacchiere”

Durante l’estate Piazzaga si anima. “C’è un bel via vai – racconta Riccardo – anche stranieri, in casa abbiamo messo una mappa dove chi viene a visitarci può mettere una bandierina sul suo paese di provenienza. C’è una guida turistica che ha inserito il crotto nel suo percorso e capita spesso che passino di qui gruppi europei. In questi giorni, ad esempio, abbiamo quattro danesi che pranzano da noi”.

D’inverno il ritmo rallenta, ma il crotto resta aperto. “Siamo sempre disponibili anche solo per un caffè. La gente del paese viene su a piedi, si ferma, parla, ride. Ci piace così, un posto semplice, senza formalità”.
Poi aggiunge con un sorriso: “Non è una vita comoda, certo. Il riscaldamento è solo a legna, e quando finisci di cucinare devi andare a spaccare tronchi. Ma è la nostra scelta, e la rifaremmo mille volte“.

Alla domanda se cambierebbero qualcosa, Riccardo ride: “Forse solo poter andare a teatro ogni tanto, o a un evento culturale. Ma per il resto no, stiamo bene così. A Como avevamo tutto, ma mancava la serenità. Qui abbiamo poco, ma abbiamo tutto quello che conta”.

La cucina: semplice, casalinga e solidale

La cucina di Daniela è il cuore del crotto. “Facciamo piatti tipici, quelli che si mangiavano una volta – racconta Riccardo – risotti di zucca, pizzoccheri d’inverno, brasato d’asino, torte fatte in casa. È una cucina casalinga, senza fronzoli ma con tanto amore“.

“Cerchiamo di usare solo prodotti locali – spiega – formaggi e salumi li prendevamo al mercato coperto di Como, mentre la birra la prendiamo da una cooperativa che dà lavoro a ragazzi con disabilità. È una realtà bellissima: ogni sorso ha un valore che va oltre il gusto, è un modo di restituire, di far parte di qualcosa di più grande”.

“Qui il tempo si è fermato, e si vive meglio”

Arrivare a Piazzaga è semplice. “Da Torno ci vuole circa un’ora di cammino – spiega Riccardo – ma si può arrivare anche da Brunate o Molina. Ma in questo periodo, a causa delle forti piogge di fine settembre, alcuni sentieri sono rovinati, e per un po’ siamo rimasti completamente isolati”.

Eppure, chi affronta la salita, viene premiato. “Quando arrivi qui senti subito che il tempo si è fermato. Non ci sono auto, non c’è rumore. Solo boschi, aria pulita e il profumo della legna. La gente arriva stressata, poi dopo un’ora di cammino e un piatto caldo si scioglie, si rilassa. Ed è la cosa più bella”.

L’amore per i cani anziani

Accanto ai tavoli del crotto, non è raro vedere qualche cane sonnecchiare al sole. “Li adottiamo dal canile della Valbasca di Lipomo – racconta Riccardo – ma solo quelli anziani. Quelli che nessuno vuole più. Abbiamo deciso di offrirgli un fine vita dignitoso, libero, sereno. Siamo sempre stati volontari in canile, quando capisci che certi cani non usciranno mai, ti viene spontaneo dire: allora li porto io a casa. Qui hanno spazio, amore e libertà. È dura, perché ti affezioni e poi li perdi, ma sapere che hanno passato gli ultimi anni felici ripaga tutto”.

Un rifugio di autenticità

Oggi il Crotto di Piazzaga è molto più di un ristorante. È un piccolo mondo sospeso, dove la montagna si mescola alla solidarietà, e dove ogni piatto racconta una storia.

[Questo articolo è uscito su ComoZero periodico del 24 ottobre 2025]
“Quello che vogliamo trasmettere – conclude Riccardo – è un’esperienza vera. Mangiare bene, parlare con chi hai accanto, respirare la montagna. Avere empatia, sentirsi parte di qualcosa. È questo che rende felici, e noi qui lo abbiamo trovato”.

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