Dalle Acli di Como, in queste prime spaventose ore dell’invasione russa in Ucraina, arriva un appello alle famiglie comasche: “State vicini alle nostra badanti”.
Nella provincia di Como ve ne sono ben 7.089 ucraine, di cui 3.640 colf e 3.449 badanti, di cui il 30-35% proviene dall’Est Europa con le donne in netta prevalenza (88%).
La rappresentanza dell’Est Europa, in particolare dell’Ucraina, nel lavoro domestico è la predominante sia in termini di numeri (sempre tra le percentuali maggiori nei dati Inps), sia in termini di storicità perché molte donne partirono già 20 anni fa dall’ Ucraina, in situazioni di povertà, lasciando le proprie famiglie e venendo qui in Italia ad accudire le nostre.
“Oggi più che mai – dichiara Marina Consonno, Presidente delle Acli di Como – è necessario esprimere la nostra vicinanza a tutti coloro che provengono dall’Ucraina e che risiedono presso le nostre famiglie, in questo particolare momento di paura e pericolo. La nostra associazione ritiene un atto dovuto regalare del tempo per stare vicino a queste lavoratrici, imostrare comprensione e sostenere la paura e la preoccupazione che stanno vivendo”.
“Le testimonianze delle persone che abbiamo interpellato, anche attraverso la nostra rete di volontari, testimoniamo quanto sia necessario anche una semplice telefonata da parte nostra per dimostrare la nostra vicinanza – aggiunge Consonno – Serve per ascoltare i timori che queste donne vivono oggi, sapendo che i propri familiari, figli maschi, generi o mariti rischiano l’arruolamento nell’esercito. Per questo esprimiamo solidarietà anche per il timore che li vede coinvolte perchè un’ondata di stento per il Paese e il rischio di perdita di lavoro e di sicurezza che l’ Ucraina aveva acquisito, anche grazie alle rimesse inviate dall’ Italia, possa venire meno”.
Paola Monzani, responsabile Acli-Colf, lancia un appello a tutte le famiglie di stare vicino alle “nostre badanti” .
“Sono lavoratrici ma anche mogli, madri e figlie – afferma Paola Monzani – lontane fisicamente dai propri cari che vivono in un contesto di incertezza e di futuro, per cui anche solo una parola, un interessamento verso le loro famiglie può essere di aiuto e sostegno”.