Le ultime notizie risalgono al 28 maggio scorso. E già allora non erano rose e fiori: il Comune di Como aveva appena revocato la concessione del centro sportivo di Lazzago intitolato a Piero Russolillo all’Ardisci e Spera (successivamente diventata Ardisci Maslianico, società nata dalla fusione della gloriosa Ardisci e Spera 1906, che su quei campi ha scritto molta della storia degli ultimi 35 anni, e dell’altrettanto storica Maslianico, fondata addirittura nel 1902). Al centro della contesa – con strascichi polemici non indifferenti – circa 100mila euro di arretrati (accumulati in anni). Ma al netto di come andrà a finire questa vicenda economico-amministrativa, è il riflesso sportivo che qui interessa. E, come testimoniano le immagini, questo è drammatico perché dalla scorsa primavera a Lazzago il tempo non si è solo fermato: ha fatto anche danni, che si sommano a una situazione difficile che viene da lontano. Ora l’abbandono totale non ha aiutato. Anzi,
Il centro sportivo cade letteralmente a pezzi. Le strutture prefabbricate e in muratura che ospitano gli spogliatoi e la zona bar versano in un degrado pesantissimo e alcune porte – in special modo quelle che danno sul campetto di allenamento verso il parcheggio – sono divelte o completamente aperte. Diversi poi i vetri rotti.
Per quanto riguarda i campi da calcio, sono in condizioni disastrose. Quello a 11 che ospitava le partite è ridotto a una specie di steppa tra erba bruciata e altre zone dove invece i ciuffi sono alti decine di centimetri. Naturalmente, nessun segno di linee o differenza tra aree, metà campo e altre zone: tutto un orrendo tappeto abbandonato.
Le panchine, sul lato sinistro guardando dalla Varesina, mancano di alcuni pezzi e giacciono nel silenzio tra le erbacce.
Il campetto d’allenamento e per le partitelle accanto, non si capisce bene nemmeno in che cosa si è trasformato: ipotizzare sfide a calcio lì, oggi è impossibile.
Insomma, lo storico centro sportivo comunale è finito nel degrado più assoluto, peraltro quando ormai la nuova stagione calcistica è alle porte, quando non già iniziata con le preparazioni atletiche.
Ma a Lazzago, in quello che fu il fortino biancorosso della mitica Ardisci e Spera, dedicato al giovanissimo calciatore della società Piero Russolillo, mancato anni fa in un tragico incidente stradale, di tiri, parate e fughe sulla fascia non c’è più traccia. Vince solo l’oblio.
4 Commenti
Buongiorno.
Personalmente affiderei in gestione il centro sportivo alla scuola superiore confinante per il miglior utilizzo possibile… sempre se interessata…
Mi piacerebbe sapere quanto eventualmente il Comune richiedeva alla Società sportiva anno per anno e quanto ora potrebbe richiedere per il futuro.
Grazie.
cattaneo.roberto1990@gmail.com
Il sindaco una cosa buona ce l’ha: il pollice verde.
Quanto ossigeno produce? Quanta CO2 abbatte? numeri che nemmeno i sumeri, i barbagi….
Un’avanguardia anche nella produzione di energia green, non si vede ma c’è, e senza deturpare il territorio con pale, centraline, cavi….nulla di tutto ciò nel rispetto dell’ambiente.
Razionalista sfegatato, ha tolto le linee in eccesso, mantenendo una sobria omogeneità tra volumi ed aree che si fondono armoniose mantenendosi con lo spirito mutualistico che le contraddistingue e le lega già dai tempi di Mazzola. Una sensibilità storica non comune.
Ardire….ardiamo, ma sperare…… Non serve. Una solida realtà. Il Meazza ultimamente è pallido in confronto, vuoi anche che ha saputo che l’illuminato è interista, che Como dista troppo poco da Milano, che a furia di salti della quaglia, dal comune alla Provincia (ma poi ? e poi?), è un attimo trovarselo nel parcheggio che lo guarda progettando un secondo miracolo italiano. Meazza Garden, meno CO2 per tutti. E cacio e pepe.
Immagine simbolo dell’effetto Rapinese.
Purtroppo non è l’unico esempio di abbandono e/o trascuratezza degli impianti sportivi. Se poi consideriamo la drammatica carenza degli stessi, abbiamo la chiara immagine di quanto sia l’interesse del comune verso le attività sportive e le società che, con grandi difficoltà, cercano di portarle avanti.