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Attualità, Politica

“I falliti della vita, la schizofrenia e la distruzione dell’apparato”. Spallino Jr. pubblica lo scritto integrale di Antonio: 30 anni dopo, potenza assoluta

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato questo contributo: “E se la vituperata macchina comunale fosse colpa dei falliti della società? Magnifico spunto di (due) Spallino“.

Articolo che ha avuto un enorme riscontro per le parole di Antonio Spallino, storico e amatissimo sindaco di Como, riportate dal figlio, ex assessore della giunta Lucini e ben noto avvocato su Medium, con un ottimo titolo al sapor montanelliano: “Non temo la palude in sé. Temo la palude in me” dove riportava questo pensiero del padre:

L’istituzione, dicevo, in che situazione si colloca? Certo essa attraversa una situazione estremamente delicata, che è il riflesso della società, perché è solo angelistico pensare che le istituzioni, ma anche lo sport, siano dei satelliti che galleggiano salvifici per qualche loro particolare dote. Le istituzioni sono espressione della società: e più la società privilegia valori negativi, più le istituzioni sono investite da questi disvalori e più la gestione delle istituzioni, allontana dalla politica gli uomini che vivono la vita quotidiana nella professione, negli impieghi, in senso pieno, più le istituzioni saranno occupate dai falliti della vita. E badate che i falliti della vita hanno una sorta di attitudine schizofrenica: non potendo dimenticare i fallimenti propri sono preda del bisogno di trasferire sui loro funzionari, trasformate in arroganza, le frustrazioni che hanno dentro di loro. Il che vuol dire distruggere l’apparato della burocrazia”.

Così l’onda lunga dell’interesse e dell’ampio dibattito che ne è seguito ha portato Lorenzo a un lavoro di recupero del pamphlet integrale, Etica e prassi, siglato da Spallino senior appunto, Luigi Lombardi Vallauri con postfazioni di Giuseppe Anzani.

Scrive l’ex assessore: “Le parole pronunciate da papà nel 1992 sulle istituzioni come specchio della società hanno colpito molti e in molti hanno chiesto di leggere l’intervento per intero. Siccome sono poche le  copie rimaste di quel famoso libretto, l’abbiamo scansionato e messo online. Potete scaricarlo in pdf (nel caso lo vogliate stampare) o leggerlo su Issuu. In questi tempi scanditi dalla retorica elettorale, è un’ottima lettura per cercare di capire di cosa si parla quando si parla di etica pubblica”.

Ecco dunque il testo originale

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Commenti

  1. Sono davvero otto i candidati a Sindaco per Como, o in realtà arrivano solo a una terna i possibili aspiranti al ballottaggio del 26 giugno, ossia Minghetti, Molteni e Rapinese…?

    Mi chiedo allora, come elettore, innanzitutto e soprattutto, chiamato al voto per la scelta di sindaco e giunta, che utilità ci sia a dare il consenso a liste o partiti per i quali, tra l’altro, non è neanche certo che riescano a superare la soglia dello sbarramento!
    Forze politiche esordienti sul territorio, o già presenti ma in cerca di conferme, non avrebbero tutte, senza esclusioni, fatto meglio ad aderire ad una coalizione, per evitare la dispersione del voto, non garantendo una partecipazione in termini minimi questi conclamati guadagni per la vita politica locale?
    Il voto di lista infatti resterebbe comunque salvaguardato nell’urna, per cui dov’è il vantaggio per l’elettore nella richiesta, diciamolo pure, di un semplice posticino in Consiglio, quando in ballo c’è l’amministrazione della Città e quindi molto di più che una poltrona o due?

    Ho l’impressione che fino a quando si finirà per dar vita, nell’organizzare la competizione politica, ad una specie di Fiera elettorale, con finte distinzioni e/o contrapposizioni determinate, al fondo, da non confessabili tatticismi ed opportunismi, al palo finirà per restarci il senso più autentico, progressivo e sano della nostra democrazia. Un peccato per tutti, politici compresi.

  2. Buonasera,
    ? Cosa dire, per la Stima e L’ Affetto che mi legano ad Avvocato Antonio Spallino, anche mio Presidente Onorario dell’ allora Circolo Scentifico Alessandro Volta, e a Lorenzo, MERAVIGLIOSO INTERVENTO
    DA INCORNICIARE, ma soprattutto leggerlo e rileggerlo e farlo assorbire dall’ Anima.
    Faccio mie le parole di Pietro Polito, che ha collaborato con Bobbio negli ultimi anni di vita, è che ha ricordato questa semplice e profonda riflessione del filosofo:

    “Sono moderato, perché sono un convinto seguace dell’antica massima in medio stat virtus. Con questo non voglio dire che gli estremisti abbiano sempre torto. Non lo voglio dire perché affermare che i moderati hanno sempre ragione e gli estremisti sempre torto equivarrebbe a ragionare da estremista. Un empirista deve limitarsi a dire “per lo più”. La mia esperienza mi ha insegnato che nella maggior parte dei casi della vita pubblica e privata, “per lo più” le soluzioni, se non migliori, meno cattive sono quelle di chi rifugge dagli aut aut troppo netti, o di qua o di là. Io sono un democratico convinto. La democrazia è il luogo dove gli estremisti non prevalgono. La democrazia, e il riformismo suo alleato, possono permettersi di sbagliare, perché le stesse procedure democratiche consentono di correggere gli errori. L’estremista non può permettersi di sbagliare, perché non può tornare indietro. Gli errori del moderato democratico e riformista sono riparabili, quelli del estremista, no, o almeno sono riparabili solo passando da un estremismo all’altro. Il buon empirista, prima di pronunciarsi, deve voltare e rivoltare il problema… di qua nascono l’esigenza della cautela critica e…. la possibilità di sbagliare. Dalla possibilità dell’errore derivano due impegni da rispettare: quello di non perseverare nell’errore e quello di essere tolleranti degli errori altrui.”

    (cfr. N. Bobbio, De senectute, Einaudi, Torino, 1996, p. 148).
    Con Stima e Affetto Infinito. Cordiali saluti.
    Davide Fent
    @davidefent

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