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I segreti del Duomo diventano museo: nel 2020 otto sale per i gioielli della Cattedrale

“Occorreva trovare il modo di valorizzare in maniera divulgativa il patrimonio artistico che fino a ora è rimasto prerogativa degli addetti ai lavori. Il museo aprirà proprio con questo intento, come espresso in un documento della diocesi nel 1899, in cui già si disponeva l’allestimento di uno spazio espositivo nei locali di via Maestri Comacini”.

Così Guido Rovi, responsabile dei sistemi educativi della struttura espositiva, spiega lo spirito dietro all’apertura dello spazio di 500 metri quadrati e otto sale.

L’apertura della “Quarta navata” come il curatore, il professor Alberto Rovi, ha definito il museo durante la presentazione ufficiale lo scorso maggio, è prevista per il 2020.

“Nei locali della diocesi troveranno posto pezzi esposti di volta in volta nella cattedrale, insieme ad altri mai visti – spiega Rovi – l’opera principale sarà l’Urna Volpi, donata dal Vescovo Giovanni Antonio Volpi nel 1586 alla cattedrale. All’interno sono presenti diverse reliquie provenienti da tutta Europa: Francia, Spagna, Inghilterra e addirittura dal Medio Oriente. L’urna, di lamina d’argento sbalzato e cesellato, è poi circondata da una portantina di legno preraffaellita del XIX secolo”.

Oltre all’Urna Volpi, verranno esposti i modelli lignei del Duomo, fino a ora custoditi in Pinacoteca, oltre ai calici monumentali esposti in sagrestia.

“Ci saranno anche diverse altre opere che fino ad ora sono rimaste in deposito e che appartengono a tutta la pieve di Zezio, ossia l’area che includeva Como e la zona da Tavernerio a Urio e da Maslianico fino a Montano e Grandate. Ma manteniamo il riserbo per adesso. I lavori procedono, l’allestimento è in divenire ma stiamo finalizzando”.

Una volta aperta, spiega Rovi, la struttura affacciata sulla cattedrale sarà il principale museo della diocesi sul territorio lariano: “Ci sono collezioni a Scaria, in Valle d’Intelvi, Sondrio e Chiavenna. Ma, per esempio, le opere di Sondrio sono all’interno del museo civico mentre Scaria e Chiavenna sono raccolte relativamente più piccole”.

I visitatori, una volta aperto il museo, potranno poi contare su supporti grafici di diverso tipo per esplorare le sale e i suoi tesori.

“L’appeal del supporto informativo sarà sicuramente moderno e, mentre avremo degli elementi multimediali, l’allestimento non conterà solo ed esclusivamente su tecnologia e touchscreen” conclude Rovi.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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