E’ uno studio dettaglio, approfondito e con una specifica serie di proposte quello messo a punto dai Verdi di Como che hanno nella coordinatrice regionale del movimento, Elisabetta Patelli, da sempre la figura di riferimento. Il tema è quello di una revisione generale della mobilità comasca, di grande attualità in questi giorni, e su cui abbiamo ospitato anche l’intervento recente di Legambiente e quello dell’assessore all’Urbanistica, Marco Butti.
Como, Legambiente per la Fase 2: “Isole pedonali nei quartieri, ciclabili. E stop al turismo selvaggio” – Il documento
VIDEO Marco Butti: “Rivoluzione del mercato mercerie, più spazi per bar e ristoranti, i milioni in meno per il Comune”
Alcuni dati – rimandandovi alla lettura integrale del documento dei Verdi che pubblichiamo sotto (per avanzare di pagine, freccette in basso a sinistra) – balzano subito all’occhio.
Come si spostano i comaschi (dato provinciale), ad esempio: circa il 12,5% con il trasporto pubblico locale, l’11.1 % a piedi, solamente il 2% in bici e ben il 69,3% in auto. Chiaro che – proprio perché il riferimento è l’intero territorio comasco – il dato è inevitabilmente influenzato dalla conformazione della provincia, ma la sproporzione resta evidente.
Ed è anche per questo che, concentrando l’attenzione almeno sulla città di Como, i Verdi propongono una ricetta simile a quella in adozione a Milano e in altre grandi città italiane ed europee: “Riformulare lo spazio disponibile in città si potrà spostare le biciclette e la micromobilità fuori dai marciapiedi che dovranno essere dedicati esclusivamente a pedoni e disabili e agli esercizi commerciali per evitare assembramenti. Indispensabile a monte individuare punti di interscambio con la mobilita’ dolce e smart e aumentare il parco mezzi smart in modalità sharing”.
Indicazioni a cui si aggiungono, sempre per il capoluogo, altre richieste: investire i contributi statali per aumento dei mezzi smart (compresi motorini)e allestimento in città di parcheggi, colonnine di ricarica e di sharing per biciclette , motorini e monopattini elettrici; sfruttamento di grandi autosili come Valmulini e struttura di Tavernola come punti di connessione gomma-mobilità dolce e smart.
E ancora: più pedonalizzazioni e Ztl aumentando gli spazi per esercizi di ristorazione all’aperto (senza canone di occupazione, almeno per la fase di uscita dall’emergenza), zone 30, trasformazione delle strade a vantaggio di nuovi spazi per la mobilità smart e altro ancora.
Di seguito, il documento integrale e sfogliabile di Elisabetta Patelli e dei Verdi.
traffico covid COMO-1
Un commento
In tema di mobilità e di assetto urbanistico, stupisce come tutti quelli che non si riconoscono nella politica del “parcheggio”, sbandierata come un mantra dal centrodestra, non si mettano intorno a un tavolo e discutano su come trasformare Como da città anni ’80 a città del nuovo millennio. Una città dove le bellezze architettoniche e naturalistiche si integrano con una maggiore vivibilità e una maggiore attenzione alla tutela dell’ambiente.
Se si volesse strutturare l’alternativa all’illuminata politica del “parcheggio”, oggi ci sono solo i Verdi che lanciano proposte ma raccolgono, non per colpa loro, indifferenza.
Non è il caso di cominciare a raccogliere la loro sfida? Perché non si comincia a pensare alla Como di domani? Perché non iniziare a discuterne? In videoconferenza ovviamente….. ?