“Per Dio non ci sono potenti, ricchi o vincenti. Per Dio ci sono solo figlie e figli amati». Queste le parole del cardinale Oscar Cantoni nella Messa di Natale presieduta, la mattina del 24 dicembre, nel carcere del Bassone di Como. Con lui hanno concelebrato il cappellano padre Zeno Carcereri e don Alberto Erba, docente del Seminario Vescovile e volontario presso il penitenziario comasco.
Una celebrazione molto sentita, alla quale erano presenti i detenuti di tutte le sezioni della Casa Circondariale cittadina. Alla liturgia hanno partecipato anche il Prefetto Andrea Polichetti, il sindaco del capoluogo Alessandro Rapinese, la vice sindaco Nicoletta Roperto, il direttore della Caritas diocesana Rossano Breda e il responsabile della Caritas cittadina di Como, il diacono Giuseppe Menafra. Tutti sono stati accolti dal direttore del Bassone, Fabrizio Rinaldi, e dalla comandante Maria Cristina Cobetto Ghiggia.
“La prima volta che, da Vescovo di Como, nel 2016, celebrai la Messa qui, don Roberto Malgesini, che accanto ai detenuti è stato una presenza silenziosa ma importante, mi ha detto: Parla con il cuore. E oggi siamo ancora qui, a parlare con il cuore, alla presenza della mamma e dei familiari di don Roberto”, ha proseguito il cardinale.
La famiglia Malgesini, infatti, la mattina del 24 dicembre era al Bassone, nel ricordo di don Roberto, che continua a essere presente nel carcere nella memoria di chi lo ha conosciuto e anche con il calice e gli oggetti liturgici donati proprio dalla famiglia. “A Natale, al cuore del Vangelo, Dio viene a dirci che siamo amati, accolti, perdonati e se riusciamo a cogliere questa dimensione, possiamo impegnarci ad amare, accogliere e perdonare anche i nostri fratelli e sorelle. La pace è un processo che inizia da noi: se siamo in pace con noi stessi, riusciamo a essere in pace anche con gli altri. Per noi non ci sono estranei: la nostra è una vocazione alla fraternità”.
Nella preghiera dei fedeli sono risuonate parole di speranza, redenzione e volontà di riscatto. “Ci mancano le nostre famiglie, non possiamo abbracciare i nostri cari – è stata una delle invocazioni – ti chiediamo, Dio: fallo tu per noi”.
Prima della benedizione finale, sono stati consegnati alcuni doni ed è stata letta una preghiera in poesia dedicata a don Malgesini. Nel suo saluto il direttore Rinaldi ha ricordato che il Comune, da alcuni mesi, ha attivato, un giorno a settimana, uno sportello anagrafe per le necessità della popolazione carceraria. “Nel 2023 stiamo mettendo in cantiere diverse attività, sul fronte lavorativo, sportivo, in un’ottica di formazione e riscatto. Servono risorse, soprattutto umane: ci auguriamo di poter affrontare le necessità di tutti nel miglior modo possibile”.
Dopo la Messa il cardinale Cantoni si è recato in alcune sezioni del carcere per un saluto: “Questa benedizione – ha detto – è per voi e le vostre famiglie”.
Commovente l’abbraccio e l’affetto espresso a mamma Ida e a tutti i familiari di don Roberto: «era una persona straordinaria, sempre sorridente anche nelle situazioni più diffici li. Il suo sguardo donava pace, la sua parola era speranza: c’era per tutti, detenuti, personale, volontari. Lui continua a essere fra noi”.