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Il caso delle trote iridee nel Breggia, parla la Fipsas: “Irregolarità in un cavillo. Noi da sempre attenti all’ambiente. Si pensi ai cormorani piuttosto”

A proposito di questa notizia: Stavano per versare migliaia trote iridee nel Breggia, volontari Fipsas fermati dalla Polizia provinciale. Testa: “L’associazione è la prima a dover rispettare le regole”, riceviamo e pubblichiamo integralmente la replica arrivata da Fipsas ricordando come l’articolo pubblicato sia stato verificato con la voce diretta della Polizia provinciale. Ecco quanto scrivono, punto per punto:

Crediamo che la notizia apparsa per la prima volta venerdì sulla testata Comozero prima di essere ripresa nei giorni seguenti dal resto della stampa locale relativa all’iniziativa della Polizia Provinciale di Como che mercoledì 29 ha bloccato la semina di iridee adulte nel torrente Breggia, meriti un approfondimento. Il ripopolamento programmato – 350, e non migliaia di esemplari di trota iridea adulta sterile, nel rispetto della normativa vigente – non era un blitz improvvisato, ma un’iniziativa che si ripete da più di dieci anni a questa parte, fin da quando la gestione della pesca era ancora in capo alla Provincia di Como.

Ma veniamo a noi e alla ricostruzione di quello che a noi sembra un inghippo puramente formale: Regione Lombardia consente la semina di trote iridee nei tratti individuati come campo gara, mentre il torrente Breggia – per quanto in passato abbia ospitato competizioni di pesca alla trota – non è classificato come campo gara ma come zona di pesca no kill con le sole esche artificiali aperta tutto l’anno. Appare quindi evidente come la mancata semina non fosse un tentativo di ripopolare clandestinamente un ecosistema di pregio, quanto la riproposizione di una consuetudine che si ripete senza soluzione di continuità da anni e sotto gli occhi di tutti. Basti pensare il precedente dello scorso anno, quando la riserva no kill ospitò un’iniziativa di avviamento alla pesca che interessò più di trenta bambini, pubblicizzato ovunque e sostenuto anche allora dalla semina di iridee adulte. Iniziativa della quale – è bene sottolinearlo – la Polizia Locale conosceva tempi e modi, al punto che fece presente ai volontari un’osservazione relativa al contenimento dei pesci appena seminati tramite una rete posizionata a fine briglia.

In buona sostanza, per quanto ci riguarda l’irregolarità dell’operazione sta in un cavillo del Regolamento di Pesca che, per una distrazione in fase di stesura dello stesso, non equipara questa Riserva ai cosiddetti campi gara. Tant’è che le stesse trote, dopo mezz’ora, sono state regolarmente rilasciate nel campo gara del Torrente Lambro in comune di Asso, dove domenica 3 dicembre si svolgerà una manifestazione agonistica ad hoc. Una distrazione regolamentare che verrà corretta in modo da evitare questi equivoci.

Preso atto che l’intervento della Polizia Ittica Provinciale è assolutamente corretto nella forma, quello che infastidisce è il taglio dato alla notizia, dove l’iniziativa viene rappresentata come nociva per l’ambiente acquatico, sottolineando poi quanto questa Associazione debba prestare attenzione a questo tema.

A tal proposito, come già detto, va fatto notare che queste trote sono state poi immesse in un corso d’acqua con caratteristiche qualitativamente ben superiori alle acque del Breggia. Le stesse trote iridee vengono sistematicamente rilasciate in acque pregiate come i torrenti Soldo, Rezzo, Cuccio, Telo, Senagra, Liro, Albano e come già detto anche nel Lambro. Tra l’altro in tratti terminali che poi sfociano sia nel Ceresio che nel Lario. Per chi non lo sapesse (nel mondo della pesca è cosa arcinota) le trote iridee sono una specie ittica sterile che non si riproduce in ambiente naturale né tanto meno può ibridarsi con altri salmonidi coma la fario o la marmorata, tant’è che, in famose zone di pregio per la presenza della marmorata come la Slovenia, queste stesse iridee vengono immesse per favorire comunque la pesca sportiva.

Quindi il richiamo ad una nostra maggiore attenzione per l’ambiente non lo accettiamo perché questa attenzione la pratichiamo da più di mezzo secolo. Viceversa vorremmo che gli stessi scrupoli per l’ambiente venissero rivolti dalle Amministrazioni Pubbliche preposte verso l’annoso e irrisolto problema dei cormorani che, come stiamo documentando in questi giorni, stanno facendo strage di alborelle, specie autoctona e per giunta protetta da rigorosi divieti di pesca.

Teniamo solo a sottolineare, per completezza, come il richiamo al rispetto delle regole, nel precedente articolo, sia arrivato direttamente dalla polizia provinciale, quindi non si tratta di ‘taglio della notizia’.

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