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“Il diritto al lavoro? Conta meno del diritto alla pennica, almeno a Como”. Il nuovo Regolamento di Polizia Urbana fa arrabbiare gli agricoltori lombardi

La prima accusa è arrivata ieri dal Partito Democratico di Como. I consiglieri comunali Legnani e Guarisco hanno puntato il dito contro la bozza del nuovo Regolamento di Polizia Urbana: “Basta scorrere la bozza per cogliere, all’articolo 13, che dal primo di ottobre fino al 31 marzo i lavori di taglio del verde potrebbero essere svolti dalle 08.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.00, durante la settimana. Nei weekend l’inizio dei lavori può avvenire solo alle 10.00 fino alle 12.00 e dalle 16.00 fino alle 17.00. Nel periodo estivo da aprile fino alla fine di settembre, dal lunedì al venerdì, si può lavorare solo dalle 08.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 21.00. Nel weekend gli interventi sul verde sono previsti dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 21.00. Basterebbe confrontarsi con un qualsiasi addetto del settore per sapere che, di norma, gli orari di lavoro sono 8.00-12.00 e 13.00-17.00: il nuovo regolamento, da una parte, taglia le ore a disposizione durante l’inverno e costringe a lavorare fino a tardi d’estate”.

Oggi con una nota ufficiale interviene Cia Alta Lombardia – Agricoltori Italiani, il titolo della nota ironizza sull’ipotesi discussa dall’amministrazione Rapinese: “”Il diritto al lavoro? Cconta meno del diritto alla siesta, almeno a Como”.

E poi affonda:

A fronte della tragica situazione nella quale versa gran parte del sistema produttivo nazionale, la notizia che riferiamo può sembrare ben poca cosa, e in effetti, possiamo dire che lo è. a questione, è presto detto, è la seguente: la nuova amministrazione del comune di Como, fresca di elezioni, attua una modifica del regolamento di Polizia Urbana prevedendo, fra l’altro, drastiche limitazioni riguardo agli orari nei quali è possibile effettuare interventi di manutenzione del verde privato. Ferma volontà della nuova amministrazione, in particolare, è quella di salvaguardare il diritto alla pennica dei cittadini nella fascia oraria che va dalle 12.00 alle 15.00. Come, riteniamo sia a tutti noto, tale limitazione non impatta solo sul cittadino che provvede in autonomia allo sfalcio dei prati o alla potatura delle siepi, ma anche sulle molte imprese di manutenzione del verde che si troveranno non poco complicata la vita per far quadrare le esigenze organizzative dei cantieri con le nuove regole del comune. Parliamo di tale questione, lo ripeto, non perché rappresenti un fatto di vita o di morte per le aziende, ma in quanto rappresentativo dell’atteggiamento mentale di buona parte della pubblica amministrazione nei riguardi di chi fa impresa. Quando accade che in un paese, come il nostro, il diritto al lavoro e al reddito che deriva dal lavoro può essere tranquillamente posto in subordine a tutto, compreso il diritto alla siesta, credo non vi sia da stupirsi nel constatare che stagnazione che il sistema economico nazionale registra da decenni sia conseguenza anche di tale atteggiamento.

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