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Il fortino è assediato. Como, centro storico: una città murata viva dal traffico

Bastano poco più di venti minuti, in una qualsiasi mattina infrasettimanale, per osservare decine e decine di furgoni e furgoncini invadere il centro storico di Como.

Intero fotoservizio: Congregalli

Tra passanti indaffarati, passeggini, anziani a spasso e padroni di cani, veicoli di tutte le dimensioni fanno manovre al millimetro nelle strette vie antiche del centro pur di completare i propri giri di consegne.

Incontriamo Sergio e Maria Aventini mentre strategicamente svicolano da via Luini, una vera e propria bolgia di lunedì mattina, verso via Tatti, a poche decine di metri, ma pur sempre un’oasi di pace a confronto.

Il viso di Maria si illumina di indignazione quando le chiediamo cosa pensa dell’invasione motorizzata che da anni coinvolge il centro, nonostante si tratti, paradossalmente, di una zona a traffico limitato.

“Ultimamente è una situazione che è parecchio peggiorata. Bisognerebbe cambiare l’orario di accesso dei furgoni più grossi – spiega la signora – le consegne andrebbero fatte alla mattina presto o durante gli orari serali. Altrimenti il rischio è quello di creare un sovraffollamento di veicoli che abbassa la qualità della vita di chi vive e lavora in centro”.

Il marito di Maria, Sergio, una vita da fabbro, racconta di non essere mai entrato in centro storico se non con un carrello per le consegne, dopo aver parcheggiato il proprio camion fuori dalle mura: “Spesso invece vedo autisti che devono consegnare giusto un paio di scatole”.
Durante la mattina è facile trovare numerosi comaschi passeggiare con i loro animali, spesso dovendo stare attenti al viavai di camion e furgoni.

Diana Leutenegger, residente in centro storico, ha una posizione molto netta, non solo sulla questione furgoni. “Si può scrivere che Como sta diventando uno schifo? – chiede ironica, con Graf, il suo bassotto tedesco, che le gironzola attorno, mentre si dirige verso via Vittorio Emanuele – ho avuto un negozio di abbigliamento per 25 anni.

I fornitori venivano rigorosamente la mattina presto in modo da avere il negozio pronto per l’apertura e non creare disagio”.

Poco distante, troviamo Petronela Iancu, in via Cinque Giornate, uno dei varchi principali per passare da viale Varese verso il cuore del centro storico.

I due Terrier bianchi di Petronela si siedono educatamente ai suoi piedi, quando la signora di origini rumene si ferma a parlarci. “Sta diventando molto pericoloso sia per gli uomini che per gli animali – racconta – è successo che in passato i miei cani si facessero male proprio per questo motivo. Oggi devo stare attenta a tenerli al guinzaglio e mai sul lato della strada. Meglio che facciano male a me piuttosto che a loro”.

Anche la sicurezza dei cuccioli di uomo è importante quando si parla di traffico su gomma in centro storico. Incrociamo Elisa Bianchi che passeggia con la madre Rossella tenendo la figlia di qualche mese sul petto e spingendo il carrozzino vuoto.

“Girare con il passeggino è sempre più complicato. Alcuni camion vanno a gran velocità e alcune vie sono talmente strette che diventa davvero difficile passare” spiega Elisa. “Nessuno rispetta gli orari e di alcuni autisti c’è da avere una gran paura – rincara Rossella – Como è una città sempre più brutta”.

Nonostante la frustrazione dei più, altri passanti riconoscono la necessità che sta dietro a tutto il trambusto che invade il centro storico. “Certo, capisco perfettamente che chi viene in qui lo fa per lavorare ma ci sono strade piccole e trafficate ed è facile che si crei il caos” spiega Sergio Schiepati, mentre passeggia per via Indipendenza, che viene incalzato dalla moglie Paola Padovan: “Basterebbe poco, si dovrebbero solo rispettare degli orari di accesso per evitare che il centro si congestioni”.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem

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