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Dopo 5 anni, il sogno infranto: lo storico piroscafo non sarà un hotel galleggiante sul Lago di Como, risarciti i privati

Alla fine la Provincia di Como ha risarcito la società The Lake of Como Steamship Company S.n.c. dei comaschi Enrico Guggiari Enrico e Giorgio Porta per la revoca – quando l’iter era cominciato da un pezzo – dell’iter per affidare in concessione il Patria, lo storico piroscafo del 1926, come noto ora ricoverato nei cantieri della Navigazione a Tavernola per l’ennesimo restauro che (almeno in teoria) dovrebbe riportarlo in acqua nel 2025.

La vicenda prende le mosse nel settembre del 2018, quando Villa Saporiti pubblicò l’avviso per recepire proposte di soggetti interessati a valorizzare il Patria e rimetterlo in funzione dopo anni di fermo. Il punto, però, è quell’avviso prevedeva un requisito speciale: ossia che, per arrivare alla vera e propria stipula del contratto, fosse accertata “la disponibilità, sulla base di intese da raggiungersi con la Navigazione dei Laghi, degli attracchi per l’imbarco, lo sbarco e lo stazionamento nonché per l’utilizzo dei cantieri navali in caso di necessità per manutenzioni”.

E qui – dopo che la società di Guggiari e Porta era effettivamente stata selezionata come possibile concessionaria, grazie al loro progetto di trasformazione del piroscafo in hotel di lusso navigante – subentrò la Navigazione, che negò di avere disponibilità di cantieri (in particolare a Dervio e Tavernola) per realizzare il progetto, oltre che di attracchi liberi sul Lario da dedicare al Patria.

Tra impasse, mancanza di alternative e qualche polemica, nella primavera del 2023 la Provincia revocò in autotutela l’avviso di concessione del Patria, azzerando l’intero processo. Ma a quel punto Guggiari e Porta reclamarono di aver sostenuto ingenti costi per la predisposizione del progetto sia tecnico che economico-finanziario, chiedendo un rimborso almeno parziale. In soldoni, il ristoro richiesto dai privati venne quantificato in circa un quarto dei costi vivi sostenuti dalla società (circa 103mila euro), dunque 25mila euro. Una somma ritenuta congrua dall’amministrazione provinciale, che infatti alla fine ha dato l’ok al ristoro.

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12 Commenti

  1. Viviamo tempi difficili e nulla ci stupisce più: parlano tutti di guerre e di morti come di statistiche o di previsioni del tempo.
    Pretendere che ci si affanni per salvare il Patria e farlo rinascere a nuova vita per dare al Turismo Lariano un’alternativa è, invero, un eccesso di cuore.
    Allora proviamo – se vogliamo fare qualcosa per Como – ad inserire “gli ultimi” nei servizi sociali quali e.g. la pulizia delle strade ed altri servizi necessari nella nostra città dove regnano maleducazione e menefreghismo – sia da parte nostra che, ahimè, ad un turismo in flessione verso la bassa qualità del “mordi e fuggi”.
    E dedichiamo estrema attenzione a quella percentuale di immigrati che alimentano lo spaccio, la criminalità e la violenza: sarebbe sufficiente riaprire i giardini a Lago e pattugliare anche luoghi di culto quali la Chiesa del Crocefisso dove si sono insediati gruppi di spacciatori che dispongono anche di un furgone usato per le consegne di droghe anche nella Città Murata!
    Vi siete chiesti chi controlli ancora questa gentaglia, se neppure la Magistratura – e le Forze dell’ordine – vuole perdere tempo a causa loro, ben sapendo che il giorno dopo averli fermati e giudicati saranno nuovamente liberi ed assolutamente fuori controllo?
    Aspettiamo il Giudizio Divino?

    Del Patria resterà solo un ricordo arrugginito.

    Grazie Enrico e Giorgio per l’impegno ed i denari profusi

  2. È penoso constatare che la barra dello sviluppo turistico sul lago di Como punta dritto sugli scogli!
    Non vorrei, ma devo constatare che le sorti della variante Argegno ~ Menaggio si trova sulla stessa lunghezza d’onda dei mangia mangia!
    Rimuovete chi non fa il suo dovere all’istante, facendogli pagare i danni al termine delle perizie, poi dovebbero continuare al più presto i successori designati.

  3. Desolato per i signori Guggiari e Porta, che si sono fidati della Provincia e di chi la governa. Loro sono stati imprenditori coraggiosi, ma i politici di Palazzo Saporiti non sono all’altezza.

  4. Allucinante che paghi Pantalone non chi dentro il comune o la provincia ha combinato questo macello!!!!
    Ma l’Italia è ancora uno stato di diritto o chi crea danni non paga mai???

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