Lo stato delle torri di Como preoccupa. I recenti fatti, con una pietra staccatasi da Porte Torre una decina di giorni fa ha posto nuovamente sotto la luce dei riflettori lo stato di conservazione del patrimonio storico artistico cittadino e ovviamente la necessità di tutelarlo al meglio.
Già nel passato numero di ComoZero Settimanale abbiamo ospitato un’ampia carrellata di opinioni e pareri su cosa fare delle torri e su quanto in passato venne studiato per valorizzarle. Questa settimana invece parliamo di un’altra idea, risalente al 1995, che aveva come protagonista sempre Porta Torre.
A raccontarla è Pierluigi Ratti, architetto paesaggista e anima di Rattiflora. “Era il 1995 e il compianto Cavalier Antonio Ratti compiva 80 anni e si festeggiavano anche i 50 anni delle seterie Ratti – ricorda – il suo desiderio era quello di fare un regalo alla città. Ne parlammo e si iniziò a riflettere su cosa si poteva concretamente realizzare”. Ed ecco l’idea: un museo modernissimo all’interno di Porta Torre da dedicare alle opere di Terragni e Sant’Elia. “La proposta piacque molto al Cavaliere che decise di mettere a disposizione una somma ingente. Si trattava di un miliardo di lire di allora. A Palazzo Cernezzi il sindaco era Alberto Botta e l’assessore alla Cultura Paolo De Santis”.
“Il piano avveniristico non avrebbe intaccato il monumento ma avrebbe consentito di valorizzarne i vuoti e l’altezza. Il progetto prevedeva la realizzazione di una struttura autoportante all’interno della torre che non avrebbe toccato le murature e che non sarebbe stata visibile dall’esterno. Fatta con un’anima in ferro e vetro, avrebbe ospitato una mostra permanente delle opere dei due artisti. E avrebbe poi portato anche a eseguire una manutenzione costante di Porta Torre”, ricorda Pierluigi Ratti.
Purtroppo però l’idea non ebbe un futuro. “In Comune dissero che il piano non sarebbe mai stato autorizzato da parte di Regione Lombardia e che l’assessorato competente non avrebbe mai dato il via libera – spiega Pierluigi Ratti – fu un vero peccato. Era sicuramente un’idea che avrebbe lasciato un segno. E avrebbe poi funzionato anche come attrattore di studiosi e amanti del Razionalismo. Insomma avrebbe rappresentato uno scatto in avanti della città dal punto di vista culturale e avrebbe valorizzato poi un monumento simbolo quale è Porta Torre”.
La cronaca recente invece vede ancora presenti le transenne intorno a Porta Torre e la necessità di eseguire ulteriori controlli per la sicurezza dell’intera area. “Era una delle idee che in passato studiai per cercare di cambiare la città e farle fare un passo in avanti. Per di più c’era in questo caso il Cavalier Ratti a finanziarla, ma tutto è stato vano”, conclude amaramente Pierluigi.
2 Commenti
Quest’anno ci sono diverse liste civiche che stanno proponendo buone idee, supportate da studi e progetti credibili e attuabili. Basterebbe dargli fiducia e non affidarsi agli slogan ed al “buonismo” di facciata (che poi dietro nasconde i soliti noti)
Peccato, soluzione fantastica. Sarebbe attualissima anche oggi. Como perde sempre ogni opportunità. Speriamo nella prossima Giunta. Mettiamo la Cultura al centro dell’attenzione, per i turisti per i cittadini. Non solo parking. Parking=cars=invivibilita’ per i comaschi. Ringraziamo i grandi Comaschi di un tempo.