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Il ritorno (a Biassono) di Bizzozero nel covo dei leghisti della prima ora: “Lombardia nazione, Stato al tracollo”

In una pizzeria di Biassono, paesino della Brianza monzese, lo scorso 15 ottobre, richiamati da un tam tam sotterraneo diventato sempre più rumoroso dopo i risultati delle ultime elezioni, sono comparsi volti storici della Lega Nord, politici, simpatizzanti e anche semplici curiosi nonché nostalgici di ciò che in queste terre, ma non solo, ha rappresentato il partito di Umberto Bossi. Non si è trattato però di una rimpatriata o almeno non solo, ma di una vera e propria convocazione voluta per guardarsi negli occhi, contarsi e capire come muoversi in futuro. Tra gli oltre duecento partecipanti anche l’ex sindaco di Cantù Claudio Bizzozero, da sempre molto legato a temi caldi del popolo leghista, specie quello della prima ora, come federalismo a autonomia. “Anche se personalmente non sono mai stato della Lega, anzi, ho avuto molto a che dire con loro, ho sempre fatto miei alcuni degli obiettivi propagandati dal partito. Sono infatti sempre stato molto vicino, e lo votai anche in due occasioni, a Gianfranco Miglio, l’ideologo della Lega Lombarda e padre del federalismo”.

E proprio da Claudio Bizzozero che nel 2016 fondò un partito per lanciare la sfida a Roma, quel “Fronte di Liberazione Fiscale” che si proponeva di dimezzare la pressione fiscale e previdenziale, azzerare la spesa pubblica e soprattutto far restare le tasse dei lombardi sul territorio, ci facciamo raccontare cosa è accaduto a Biassono e chi c’era.

In quanti da Como avete deciso di andare a Biassono e perché?
“Eravamo una ventina, tutti animati dalla voglia di capire, parlare e vederci. La genesi di questo summit è stata molto rapida. Parlai con Gianni Fava (ex assessore regionale all’Agricoltura, tra i vari incarichi, nella Giunta Maroni del 2013, Ndr), dicendogli che forse era arrivato il momento di discutere del futuro, di riprendere in mano alcuni temi a noi molto cari. Lui mi disse in un primo momento che i tempi non erano ancora maturi, ma poi subito dopo i risultati delle elezioni, mi ha chiamato ed è stata organizzata questa sorta di autoconvocazione del Nord. E così ci siamo dati un appuntamento che ha richiamato molte persone. Ci si doveva vedere il 22 ottobre, anniversario del referendum sull’autonomia, ma poi per diversi motivi si è optato per il 15 ottobre”.

Ma chi c’era a questa riunione?
Eravamo in tanti. Posso citare, oltre a Fava, l’ex assessore regionale Davide Boni (ex presidente del consiglio regionale della Lombardia e fino al 2018 nella Lega Nord, poi lasciata per andare nella formazione federalista Grande Nord di Roberto Bernardelli e Marco Reguzzoni, Ndr). Con noi anche Gianluca Pini (Rappresentante dell’area federalista e autonomista della Lega Nord, al congresso del 2017 sostenne il candidato Giovanni Fava alternativo a Matteo Salvini, Ndr), Roberto Gremmo che fondò la Lega Alpina Lumbarda (un piccolo partito regionalista lombardo nato all’inizio degli anni novanta in polemica con la Lega lombarda di Umberto Bossi, della quale rivendicava peraltro gli stessi principi e obiettivi, Ndr). E tanti altri tra cui Angelo Roversi, coordinatore di Avanti Lombardia.

A questo punto non rimane che chiedere di cosa si è parlato in questo vertice e quali le prospettive, se ce ne sono, per il futuro.
Il punto di partenza è molto semplice e sempre lo stesso, almeno nel mio modo di vedere le cose e in quello di molti dei presenti alla riunione. Lo Stato è causa del tracollo italiano. La burocrazia e le tasse affossano il sistema. Basta parlare con gli imprenditori che sono sempre più strozzati da questi due aspetti. E chi è responsabile di ciò? Lo Stato. Da tempo, basta ricordare il partito fondato dal sottoscritto ovvero “Fronte di Liberazione Fiscale”, sostenevo la necessità di una visione antistatalista, autonoma e federalista. Ecco perché la vicinanza con i temi antichi della Lega. Ormai tutti i partiti sono dentro lo Stato, noi vorremmo essere l’alternativa. Crediamo nelle comunità locali, sulla Regione che in Lombardia con più di 11milioni di persone è quasi una piccola nazione a sé. I poteri dunque e l’iniziativa decisionale andrebbero decentrati rispetto al potere dello Stato. Di questo e di altro si è parlato. Ora ci dovremo organizzare e strutturarci. Ora dovremo decidere in che senso, le opzioni sono diverse”.

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2 Commenti

    1. Claudio Bizzozzero?!? 11anni di PD?!? Senza neppure che sia stato eletto?!? Hanno lasciato il disastro!! Mah….

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