Nei mesi passati avevamo parlato della continua e inarrestabile moria di edicole in città, complici la crisi, secondo alcuni, internet a portata di smartphone con accesso immediato a notizie e intrattenimento, secondo altri, o sintomo di un paese che, semplicemente, non legge più.
Quasi a rimarcare ciò che viene riportato dalle statistiche (-14mila edicole negli ultimi anni, in tutta Italia), nelle prime ore di questa mattina, chi passava casualmente per viale Varese ha potuto assistere alla rimozione fisica di una delle edicole storiche della città, all’angolo con via Annunciata.
Una morte più che metaforica, dunque, in vista (presumibilmente) del Giro d’Italia in arrivo domenica prossima.
Come si può vedere nel video, l’edicola è stata prima tagliata a metà. La sezione superiore è poi stata rimossa e issata su un camion, tra gli sguardi sorpresi dei passanti.
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Negli ultimi anni il nostro Paese ha visto la chiusura di migliaia di edicole e Como non è scampata a questa voragine: in tante hanno alzato bandiera bianca. A quella in viale Varese, chiusa da tempo, si sono aggiunte quelle di Porta Torre, via Anzani e via Sagnino.
5 Commenti
il giro d’Italia non centra proprio nulla, con queste notizie stiamo scivolando nel ridicolo, a volte mi pare di leggere il giornale locale, smettiamola di dare notizie a livello di “cortile” ha ragione la signora Corti
A contribuire alla morte di alcune edicole ci si mette anche la ottusità della PA con norme astruse che impediscono di fatto agli edicolanti di evolversi sviluppando progettualità, soprattutto ora a causa del fatto che quasi tutte le edicole esercitano in base a una concessione di occupazione di suolo pubblico, che deve sottostare alla famigerata Direttiva Bolkestein
Non diciamo fesserie: giusto che siano soggette a regole e concessioni; sarebbe scandoloso l’opposto.
Anzi, il fatto di poter piazzare un cubo di lamiera in piazze centrali a canoni ridicoli, è un aiuto particolare e non equo che riceve solo questo settore.
Ormai sono anacronistiche…e comunque anche Comozero, con l’edizione online contribuisce: non nascondiamoci sempre dietro un dito…
E chi si nasconde (e da cosa), scusi?