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In provincia di Como polemica sulla riapertura della strada chiusa da 14 anni: “No al cemento nella piana verde”

Nelle ultime settimane si è tornati a discutere della riapertura della strada tra Scarenna e Caslino d’Erba, interrotta da una frana nel 2010 ma la cui rimessa in funzione è invocata soprattutto dal comune di Asso. La scorsa primavera Regione Lombardia ha prorogato il finanziamento da circa un milione e 100 mila euro per la realizzazione del tratto ed è stato fissato anche un cronoprogramma che prevede aggiudicazione dell’appalto a settembre 2025, consegna dei lavori a ottobre 2025 e ultimazione dei lavori a giugno 2026 con collaudo tecnico e amministrativo a settembre 2026.

Il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi”, con una nota siglata dal presidente Roberto Fumagalli, torna a ribadire la sua posizione: “Ciò che serve è, al contrario, valorizzare tutta la piana di Scarenna dal punto di vista naturalistico”.

“Pensiamo al vantaggio in chiave ambientale, agricola e turistica che potrebbe avere la valorizzazione di tutta la piana agricola, utilizzando ad esempio fondi pubblici per far risaltare le peculiarità di tutta la zona – continuano gli ambientalisti – Una zona caratterizzata dalla presenza del fiume Lambro, per fortuna non ancora cementificato in quel tratto, a differenza di quanto avvenuto poco più a valle. Per il corso del Lambro si potrebbe attuare il progetto messo a punto qualche anno fa da Ersaf Lombardia per ampliare l’area di pertinenza del fiume”.

Gli ecologisti rivendicano poi che “la bellissima piana di Scarenna è poi caratterizzata dalla presenza delle ‘marcite’ agricole, con le opere realizzate nei secoli scorsi per regolare il flusso delle acque, allo scopo di aumentare la crescita di foraggio sulla piana agricola. Poi la presenza della palestra di roccia, molto conosciuta e apprezzata dagli scalatori. Le peculiarità naturistiche e storiche della frazione di Scarenna sono riportate anche da Wikipedia e potrebbero avere potenzialità anche in chiave turistica”.

Prosegue il Circolo Ilaria Alpi: “Se solo gli amministratori pubblici – comunali, regionali e della Comunità Montana Triangolo Lariano – avessero a cuore la tutela della natura e del paesaggio. Al contrario qui si pensa a ristendere un nastro di asfalto: l’interruzione in questi 14 anni dalla frana non ha dato particolari problemi alla frazione, se non appunto il vantaggio di poterla attraversare tranquillamente a piedi. Invece con il ripristino della viabilità stradale avremmo un aumento del traffico e dell’inquinamento nella tranquilla zona residenziale, oltre al fatto che i lavori di messa in sicurezza delle pendici della montagna e la creazione del vallo paramassi, deturperebbero la montagna. Per non parlare del nuovo tratto di strada che, necessariamente, comporterà il consumo di suolo verde, andando ad invadere proprio una parte dell’area agricola”.

In conclusione, gli ambientalisti rilanciano “un no assoluto all’intervento sulla strada. Al contrario si deve invece puntare sulla rinaturalizzazione della bellissima piana”.

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25 Commenti

  1. Basta dare ascolto a chi come Viki e compagnia non ha letto il progetto, non ha idea di quanta cementificazione ci sarebbe, apre la bocca e danno fiato. Nel resto d’Europa si toglie il cemento inutile da strade e piazze. In Italia si fanno appalti sugosi (più di 1 milione di euro) per progetti dannosi, poi il suolo impermeabilizzato non drena, il fiume senza sfogo naturale prende velocità e fuoriesce dagli argini e succedono i disastri. Lasciamo questi minus habens al bar e parliamo solo con gente seria.

  2. È vero .tutti contro tutti .
    Ma avete capito che questa strada non è stata riaperta perché esiste un grave pericolo di frane ? Perché non è to costruito nulla la sotto ? Perché il costone è pericolosamente fessura. Siamo d accordo assolutamente ci vuole una seconda strada per uscire in discesa da asso e comuni della valle ma una galleria sarebbe ok .saluti

  3. il circolo ambiente ilaria alpi è miope alle esigenze dei cittadini.
    La strada già esiste, l’area non è frequentata da NESSUNO nè è di gran pregio naturalistico.
    Riaprire significa far tornare alla vita un’area completamente morta e attualmente pericolosa.
    FORZA COMUNE DI ASSO

    1. Sig. Gianni, che non è di pregio naturalistico su che basi lo afferma? La sola presenza del fiume Lambro determina già una specifica tutela ambientale e paesaggistica, questo lo sa vero?

  4. Credo che gli ambientalisti in questione dovrebbero pagare di tasca propri quando poi grazie alla loro opposizione si verificano disastri ambientali quali alluvioni perché si oppongono alla pulizia dei fiumi e il loro controllo del letto del fiume che a furia di portare detriti si alza e inevitabilmente l’acqua prende altre strade si oppongono al controllo demografico di animali selvatici inseriti in ambienti non prettamente corretti per la loro crescita vedi nutrie cinghiali cervi orsi poi tra un po queste bestie distruttrici in nome dell’ecologia ce li troveremo in casa comunque tornando alla strada il problema non esiste se i lavori vengono fatti in modo corretto facendo crollare le rocce che sono pericolose e mettere in sicurezza la roccia rimanente va da se che la strada invece di spostarla verso i campi resterebbe li dove è ora ma in sicurezza perche le rocce sovrastanti saranno fatte crollare e messe in sicurezza a voi intelligentoni ecologici tocca fare polemica inutile ma forse vi conviene provare cosa vuol dire lavorare la terra i campi in nome dell’ecologia che poi lascia a sé stesso il degrado dei siti perché voi non andate a pulire vero ?non tagliate l’erba non pulite i fossi no voi chiacchierate e basta

    1. Sig. Viki , ci può citare con numero/anno tutte le leggi e norme da lei citate che impedirebbero la pulizia dei fiumi, approvate in Parlamento dagli ambientalisti? Oppure il suo commento è la solita fake news e il solito discorso da osteria?

    2. Concordo perfettamente sig.Viki, la strada già esisteva da sempre ed era usata, si tratta di riprestinarla e renderla di nuovo agibile, non si comprende tutto questo accanimento per l’interesse di chi? Magari persone che di questa strada non l’anno mai usata, perché a loro non serviva solo ma solo per una ideologia che ci vorrebbero tutti a piedi e con le candele al posto delle lampadine.

  5. Ne mancano una quindicina di metri e non è maibstata molto frequentata. Riaprirla non sarebbe chissà che sfregio ambientale e in definitiva chi se ne fotte. A Scarenna ho passato buona parte delle sere estive della mia gioventù a spezzarmi le dita sulla severa falesia sovrastante e non passava mai nessuno.. n

  6. Strada inutile. Bisogna dire basta alla cementificazione della nostra terra. La Lombardia è stata sfregiata da decenni di mentalità ottusa e retrograda (e non è una questione di destra o sinistra perché su questo vanno d’accordissimo) che vedeva il progresso nell’industria del mattone e nella realizzazione di infrastrutture di dubbia utilità. La nostra bellissima terra sta soffocando, e sarebbe ora di dire qualche no e di restituire qualche area alla natura.

    1. Trovo vergognoso il sopruso perpetrato da pochi (ambientalisti a chiacchiere) a danno della collettività. Le strade di comunicazione sono un diritto di tutti e più c’è ne sono meno traffico si forma.

  7. Asso ha solo una via di uscita dalla valle. È necessario riaprire al più presto la via già esistente ed interrotto da molti anni auspico che si provveda al più presto

  8. Sig. Sormani, fare il percorso più lungo significa aggiungere solo qualche centinaio di metri. Il progetto per il ripristino della vecchia strada comporterà NECESSARIAMENTE la cementificazione di un pezzo di terreno agricolo. Alternative sono il potenziamento del trasporto pubblico collettivo. La stazione di Asso è lì a poche decine di metri. Grazie per l’attenzione

  9. Questi ambientalisti non ce la fanno proprio a capire che senza quella strada la gente deve fare un percorso più lungo, utilizzando l’auto per più tempo e di conseguenza inquinando di più. A parte questo non si farebbe nessuna nuova cementificazione, ma si sistemerebbe la strada già esistente che è solo interrotta

    1. Sig. anonimo, fare il percorso più lungo significa aggiungere solo qualche centinaio di metri. Il progetto per il ripristino della vecchia strada comporterà NECESSARIAMENTE la cementificazione di un pezzo di terreno agricolo. Grazie per l’attenzione

  10. Grazie a questi ambientalisti da salotto, bravissimi a dire agli altri quello che debbono fare, ma che non muovono paglia da terra, bisogna fare grandi giri per andare in qualsiasi direzione.
    Forse avere diverse alternative vuol dire diluire il traffico o no ?

      1. Questo circolo dovrebbe anche considerare che le persone di Scarenna vorrebbero e dovrebbero avere un alternativa. Se ipoteticamente un domani ci fossero problemi con il ponte sarebbero senza un’ uscita, ed ogni volta che la strada viene chiusa come questo sabato per il giro di Lombardia il risultato è lo stesso.

      2. …come si fa a non comprendere che asfalto e cemento vogliono dire far avanzare il “deserto” dove prima c’era il verde e la terra e che una volta perduta non si recupera più! L’area verde della piana di Scarenna è una vera e propria oasi di tranquillità che la riapertura della strada farebbe perdere a tutta la comunità

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