L’Udc svizzero chiede di applicare il concetto “prima i nostri” agli insegnanti nelle scuole della Confederazione. Con un’interrogazione rivolta al Consiglio di Stato – che prende le mosse dal caso di 13 aspiranti docenti di italiano che, a causa della riduzione delle classi, sono rimasti senza una cattedra per assenza di posti disponibili al Dipartimento formazione e apprendimento (DFA) della SUPSI – il partito di centrodestra svizzero pone apertamente la questione della “presenza nel corpo insegnante di numerosi frontalieri” che “solleva interrogativi legittimi”.
“A fronte di un calo demografico ormai strutturale che comporta una progressiva diminuzione del numero di allievi nelle scuole ticinesi – si legge nell’interrogazione dell’Udc – appare evidente che anche la necessità di docenti si stia riducendo“.
E dunque ecco subito finire i frontalieri nel mirino: “La presenza nel corpo insegnante di numerosi frontalieri e titolari di permesso B solleva interrogativi legittimi sulla politica di impiego pubblico nel settore educativo, in particolare alla luce della crescente difficoltà di accesso alla professione per molti giovani formati in Ticino e in Svizzera”.
A supporto, i firmatari dell’interrogazione al Consiglio di Stato citano la “Costituzione cantonale, che stabilisce esplicitamente che ‘sul mercato del lavoro venga privilegiato, a pari qualifiche professionali, chi vive sul suo territorio per rapporto a chi proviene dall’estero’, attuando così il principio di preferenza indigena”.
Le domande
Sette le domande poste al Governo ticinese:
- Quanto è costata allo Stato la formazione dei suddetti 13 abilitandi (DFA) che, verosimilmente, finiranno in disoccupazione?
- Qual è il numero totale di docenti attivi nelle seguenti categorie scolastiche: a) scuola dell’infanzia b) scuola elementare c) scuola media d) scuola postobbligatoria (licei, SCC, centri professionali, ecc.)
- Qual è la suddivisione per nazionalità dei docenti attivi in ciascuna categoria, espressa sia in valori assoluti sia in percentuale?
- Per i docenti stranieri, quanti sono titolari di permessi B, C, Frontalieri o altri? Si chiede di suddividere i dati per categoria scolastica, sempre in termini assoluti e percentuali.
- Tra i docenti stranieri (compresi i frontalieri), quanti beneficiano di una nomina a tempo indeterminato? E quanti invece sono titolari di un incarico a tempo determinato, revocabile nel breve termine? Anche in questo caso, si chiede di suddividere i dati per ordine scolastico.
- Considerato il calo degli allievi e la conseguente minore necessità di docenti nei prossimi anni, il Consiglio di Stato è disposto a valutare, in collaborazione con le autorità comunali per i livelli di competenza, la possibilità di attuare una norma straordinaria per rescindere o non rinnovare contratti a tempo determinato a docenti frontalieri o titolari di permessi B, al fine di offrire maggiori opportunità di impiego ai giovani docenti svizzeri formati nel nostro Cantone o nel nostro Paese?
- Prevede la possibilità di istituire da subito un blocco immediato all’assunzione di docenti frontalieri?