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La crisi dei motori colpisce anche oltre il confine: l’azienda ticinese licenzia 20 dipendenti (anche per un ‘no’)

La crisi della componentistica e il rifiuto del Cantone per il lavoro ridotto costringono la Cebi Micromotors di Stabio a un drastico taglio: 20 licenziamenti riducono l’organico. Non sono esclusi ulteriori tagli in futuro.

Cebi Stabio: taglio di 20 posti di lavoro per il mancato lavoro ridotto

L’azienda Cebi Micromotors di Stabio, specializzata nella produzione di motori elettrici e generatori, ha recentemente ridotto il suo personale di circa 20 dipendenti, passando da 280 a circa 260 collaboratori. La notizia, anticipata da Tio.ch, evidenzia un momento di forte difficoltà per la società ticinese.

La direzione aziendale ha motivato la decisione come una conseguenza inevitabile di due fattori principali:

  • La profonda crisi nel settore della componentistica (in particolare l’automotive).
  • La mancata concessione del regime di lavoro ridotto da parte del Cantone.

Rischio aziendale vs. misure straordinarie: il no del Cantone

La richiesta di introdurre un periodo di lavoro ridotto (curzarbeit) per gestire le fluttuazioni produttive è stata negata dalle autorità cantonali.

Secondo la valutazione, le attuali oscillazioni nella produzione della Cebi non sono più considerate come eventi straordinari, ma rientrano nel normale rischio aziendale. Senza questo aiuto, i licenziamenti alla Cebi di Stabio sono diventati la misura più immediata per far fronte alla situazione.

Precedenti e contesto aziendale

L’azienda, nel corso degli anni, era già stata oggetto di attenzione mediatica e polemiche per questioni relative al salario minimo e alla delocalizzazione di parte della produzione verso l’Europa dell’Est. L’attuale ondata di licenziamenti si inserisce in un contesto di crescente pressione sul settore manifatturiero nel Ticino.

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