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La crisi non è solidale ma Azalai resiste. A Cernobbio, sopravvive la bottega etica

In lingua Tuareg la parola Azalai indica la carovana di cammelli che due volte l’anno affronta il deserto di fuoco del Sahara, lungo una tratta commerciale di mille chilometri, dalle miniere di sale del Mali settentrionale, fino a Timbuctù.

A Cernobbio, Azalai è la bottega di commercio equosolidale che dal 2004 permette a comaschi e cernobbiesi di rifornirsi di prodotti etici provenienti da coltivazioni, senza sfruttamento dei lavoratori e da progetti sociali di varia natura. “Quindici anni fa, un gruppo di operatori del settore ha deciso di aprire Azalai a Cernobbio – spiega il fondatore e responsabile di bottega, Giovanni Lironi – sapevamo che molti Cernobbiesi dovevano spingersi fino a Como per trovare dei prodotti equosolidali. Sentivamo di poter dare un servizio che mancava così abbiamo fondato Azalai”.

La bottega, oggi, offre un’ampia gamma di prodotti, dagli alimentari ai cosmetici e conta sull’aiuto di ben 22 volontari . “Il primo periodo è andato molto bene, con clienti curiosi che, affezionati, spesso venivano a trovarci – spiega Lironi, classe 1943, che da pensionato si è reinventato bottegaio etico – purtroppo però i tempi sono cambiati, le persone sono cambiate e oggi noi, come altre realtà del mondo equo e solidale dobbiamo stringere i denti e sopravvivere”.

L’intero settore, come anticipato da Lironi, è infatti in crisi, complici grande distribuzione e commercio online che negli ultimi anni hanno eroso il margine di clientela delle piccole botteghe cittadine. “Abbiamo visto che i produttori e distributori di prodotti equosolidali si sono spostati tanto sui supermercati, dove un pacco di pasta coltivata sulle terre strappate alla mafia o del caffè prodotto senza lo sfruttamento dei lavoratori è disponibile a pochi centesimi, a fronte di prezzi leggermente più alti delle piccole botteghe locali. In questo modo, però ad arricchirsi sono gli industriali non le piccole realtà produttive”.

Per Giovanni, tuttavia, c’è. sottostante, un cambio di mentalità nei consumatori di oggi dai gusti sempre più difficili: “Spesso le persone si aspettano prodotti sempre nuovi e un aggiornamento dell’offerta che non tutti i piccoli negozi possono permettersi di mantenere e quindi vanno altrove – spiega il titolare della bottega, che negli anni ha contribuito alla realizzazione di molti progetti di sviluppo sia sul territorio comasco e all’estero – e poi molti non capiscono che dietro un prezzo leggermente più alto, rispetto ai supermercati, si nasconde la possibilità di garantire un equo compenso a una persona che sopravvive lavorando la terra”.

Nonostante la tempesta portata dal cambio delle abitudini di consumo, però, l’Azalai continua, stoica, il proprio cammino, come le carovane commerciali che sfidano il deserto per arrivare a destinazione. La nutrita schiera di volontari pronti ad aiutare Giovanni semplifica le cose ma il bottegaio lancia comunque un appello ai cernobbiesi e comaschi: “Comprate equo e solidale per ridare dignità alle persone”. (MC)

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