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La follia delle case in via Anzani: il Comune ha 80 alloggi ma paga 45mila euro per gli insoluti

C’è da sperare che, se mai aprirà davvero, il nuovo dormitorio non venga gestito come altra grande parte del patrimonio pubblico, a partire da quello residenziale. Fin troppo facile rievocare lo stato pietoso in cui versano molte palazzine del Comune, da via Spartaco a Rebbio passando per lo scandalo autentico di quelle in via San Bernardino da Siena, le famose case con le finestre che piangono (murate).

Oggi un altro adamantino esempio di sfacelo arriva dal palazzone rosso di via Anzani 37, meglio noto come condominio Castelnuovo-Università, dove il Comune di Como è proprietario di 80 appartamenti.

In questa qualità di padrone di casa, Palazzo Cernezzi è tenuto a rimborsare all’Amministratore, oltre alle somme di propria spettanza per spese gestionali, anche quelle non corrisposte dai propri inquilini. Un pugno di euro? Macché, una cifra spaventosa secondo il “Consuntivo gestione 2017/2018-Preventivo gestione 2018/2019 e relativi piani di riparto”.

Gli amministratori infatti hanno segnalato situazioni di morosità da parte degli inquilini comunali per spese condominiali per un totale di 45.571 euro. A cui vanno aggiunte, sempre a carico dell’amministrazione, spese gestionali per appartamenti sfitti pari a 8.981 euro e le spese relative all’autorimessa collettiva (1.277 euro).

Totale: 55.830,61. Avere 80 appartamenti e ripianare buchi e spese varie per oltre 55mila euro, per dirla meglio. Una follia, che si spera serva – come detto in avvio – a prendere altre strade nella gestione di nuove strutture.

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4 Commenti

  1. Non sono certo i giornali il luogo deputato al controllo di gestione del Comune, specie sulla scorta di informazioni parziali assunte dalla pubblicazione di un singolo atto all’albo pretorio. Ettore, se ritiene che l’articolo o l’atto richiamato contengano elementi sufficienti per un esposto alla Corte dei conti si qualifichi presso i magistrati contabili e lo faccia assumendosi le responsabilità del caso se smentito. Troppo facile, è vero, lamentare la copertura comunale degli ammanchi sulle spese condominiali della povera gente (spese di 570€ circa per appartamento, l’equivalente del canone mensile di un appartamento medio in città sul libero mercato) piuttosto che ricordare le morosità di commercianti ristoranti e società sportive blasonate.

  2. Cosa c’entra la corte dei conti? Il problema è che le assegnazioni sono a nuclei indigenti che pagano il minimo di affitto calcolato sul reddito ma non riescono a far fronte alle spese vive. ‘Fin troppo facile’… Come cita l’articolo… criticare la gestione del Patrimonio del Comune.

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