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La Fondazione della Seta è realtà. Ma il Comune di Como litiga e alla fine non ne fa parte

La nuova Fondazione della Seta è realtà ma il Comune di Como, salvo ripensamenti dell’ultimo secondo, non ne fa parte. Pochi giorni fa, il 24 settembre per l’esattezza, si è infatti tenuta un’assemblea straordinaria con, all’ordine del giorno, l’incorporazione di Fondazione Setificio e Associazione Ex Allievi Setificio nell’Associazione per il Museo della Seta, operazione necessaria per poi procedere alla definitiva trasformazione nella Fondazione della Seta che avverrà entro la fine di quest’anno. Un progetto ambizioso che permetterà un notevole passo avanti nella valorizzazione del patrimonio culturale che la seta rappresenta per il nostro territorio, di cui abbiamo ampiamente parlato nei mesi scorsi (qui la cronaca) raccontando anche come, incredibilmente, il Comune di Como abbia scelto di non farne parte.

La ragione di questa rottura stando a quanto ci è stato riferito a suo tempo da più fonti, è stata fin da subito la contrarietà del Comune all’organigramma e alle modalità di gestione del nuovo ente per il quale, unico tra tutti i quasi cento soci, proponeva un Cda composto da un numero ridotto di membri, invece dei poco meno di venti previsti (di cui nessuno percepirà alcun emolumento), oltre a una serie di sottocommissioni delegate a esprimersi su temi specifici dando vita a un sistema, a detta degli addetti ai lavori, farraginoso e destinato a escludere buona parte di chi ha attivamente contribuito alla nascita e alla crescita dei tre enti fondatori, di cui fanno parte realtà come la Provincia di Como, la Camera di Commercio di Como e Lecco, Confindustria e una miriade di categorie professionali e imprenditoriali, società e aziende legate al mondo serico.

Così, mentre nelle assemblee preliminari della Fondazione Setificio e degli Ex Allievi, il progetto della nuova Fondazione aveva ottenuto la totalità dei voti favorevoli, in quella dell’Associazione per il Museo della Seta di cui fa parte il Comune i voti contrari erano stati 2 su 27.

E mercoledì scorso, con i tre enti che hanno approvato all’unanimità il progetto di fusione, si è deciso di andare avanti senza il Comune di Como che, però, ha ancora 60 giorni di tempo per ripensarci scaduti i quali la nuova Fondazione vedrà la luce senza che l’ente che rappresenta la città simbolo della seta ne faccia parte.

 

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