L’esasperazione di baristi, ristoratori, parrucchieri e albergatori si espande anche alla Val d’Intelvi. Lo dimostra la clamorosa protesta – con tanto di chiavi degli esercizi alzate al cielo – avvenuta nel Comune di Alta Valle Intelvi, peraltro fatta propria e condivisa – almeno nelle motivazioni – anche dal sindaco Marcello Grandi e dalla sua lista.
Chiarissima la richiesta, che peraltro è la stessa che si sta levando in molte parti d’italia (Como inclusa, vedi sotto): poter riaprire. In totale sicurezza sia per i titolari che per i clienti, ma riaprire prima del primo giungo annunciato dal governo.
FOTO Su le serrande, luci accese, tavoli apparecchiati: la protesta dei ristoranti di Como
“I nostri negozi e locali sono già stati organizzati per mantenere le distanze tra i clienti e ovviamente siamo già attrezzati di dispositivi di sicurezza individuali – si legge nel documento consegnato al sindaco Grandi e firmato da una ventina di esercenti – Dopo due mesi di chiusura obbligatoria siamo tutti in una preoccupante crisi economica dovuta al fatto che purtroppo abbiamo affrontare delle spese obbligatorie (affitto, luce, gas ecc) senza aver avuto nessun incasso”.
“Non le chiediamo nessun aiuto economico – prosegue la lettera – ma solamente la libertà di poter ricominciare a lavorare perché solo con il nostro lavoro potremmo uscire da questa drammatica situazione”.
L’invito finale è di condividere le istanze con la Provincia e la Regione.