Il ponte antico più desiderato del Lago di Como, la cascata durissima e più incantevole del mondo, gli scalini. Di Nesso abbiamo diffusamente raccontato qui: Il ponte romano, i 340 gradini e una cascata mozzafiato: un angolo del Lago di Como uscito da una fiaba.
Eppure, il viaggiatore curioso che volesse abbandonare per un attimo le rotte e le strade più tradizionali di Nesso troverebbe un angolo piccolissimo ma di assoluto incanto.
Bisogna raccontare come il paese della costa orientale del Lago di Como sia diviso tra bordo lago e montagna in diverse località, o frazioni: Borgo, Castello, Riva, Tronno, Vico, Scerio, Onzanigo, Careno e Lissogno.
Ed è di Lissogno che vogliamo parlare, meraviglioso angolo, il più vitale di tutto il territorio. Spiega il Comune: “E’ uno dei nuclei fondamentali di Nesso, per quanto in posizione storicamente subordinata rispetto ai tre centri Borgo, Castello e Vico. La sua importanza è testimoniata dall’ampiezza dell’abitato che nel 1578 contava non meno di una trentina di edifici; speciale rilievo, accanto alla funzione manifatturiera (con quattro mulini, una segheria, una pesta e un torchio), vi aveva la funzione residenziale (le abitazioni erano presumibilmente in numero superiore rispetto si a Castello che a Borgo e pari a quelle di Vico), testimoniata anche dalla caratteristica organizzazione in corti. Il nome potrebbe derivare da Ilicea (Ilex, “leccio”, ovvero un tipo di quercia)”.
E a Lissogno il viaggiatore curioso può trovare via Della Castagna.
Qui i dettagli su Gmaps:
Imboccandola, dopo pochi metri sulla destra si trova questa piazzetta, in realtà tecnicamente uno slargo, di una bellezza assoluta:
Un magnifico trionfo dell’antica architettura del Lago di Como.
Superata la casa centrale con la volta e gli scalini, si svolta inevitabilmente a sinistra e bisogna procedere per un’altra minima manciata di metri fino a questo portico, sulla destra, dove si trovano le forme in polistirolo per la costruzione di imbarcazioni:
Attraversato il breve passaggio, la meraviglia. Ecco il torrente (confluenza di due: il Tuf e il Nosè) che prima di diventare il celebre Orrido diventa una pozza, con gli ancestrali lavatoi e gli scalini scavati e ricavati dalla pietra.
Insomma, fuori delle rotte e dei percorsi più tradizionali il Lago di Como riserva piccolissimi e preziosi momenti d’incanto dove non serve un selfie ma solo la voglia di scoprire le cose antiche, magari stando zitti. Detto questo, dal punto di cui abbiamo parlato basta percorrere qualche metro in salita e trovare le indicazioni per straordinari sentieri sulle montagne sovrastanti. Ne parleremo più avanti. Intanto, le indicazioni:
Un commento
Bn gg certo x chi ama lz natura meritano di visitare questi posti incantevoli sicuramente andrò a visitarli abiti abbastanza vicino.