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L’azienda comasca da 45 milioni di fatturato celebra 10 anni di impegno totale per il benessere animale

Da oltre dieci anni Fumagalli Industria Alimentari attua un protocollo che prevede più̀spazio per i suini all’ingrasso, maggior comfort con lettiere in paglia, un sistema ruspante con l’eliminazione delle gabbie e di fattori di stress, oltre all’allattamento libero e allo svezzamento tardivo. Tutto nell’ambito di una filiera al 100% di proprietà, che si ispira ai concetti del Benessere Animale e dell’uso responsabile del farmaco. Come ha attestato anche l’associazione Essere Animali – che si batte per una produzione alimentare più sostenibile e per il benessere animale – nell’analisi condotta lo scorso anno analizzando le comunicazioni pubbliche di alcuni grandi produttori di salumi.

“La nostra è un’azienda cresciuta nel tempo. Oggi vantiamo un fatturato di 45 milioni come Fumagalli Industria Alimentari, mentre come gruppo Fumagalli siamo sui 70 – commenta Pietro Pizzagalli, pronipote del fondatore della Fumagalli e Direttore Generale, che nel 2020 è stato insignito del Premio “Allevatore dell’anno” della rivista Informatore Zootecnico “per aver messo in pratica su vasta scala i più severi standard previsti per il benessere animale e la moderna concezione di allevamenti suinicoli sempre più sostenibili, efficienti e animal friendly” – Benessere animale, riduzione e controllo dell’uso dell’antibiotico e sistemi di allevamento sono le tematiche su cui ci concentriamo con il nostro lavoro e su cui è indispensabile che la filiera si confronti, lasciando da parte la contrattazione commerciale”.

Attenzione alla sanità, salubrità e benessere sono le chiave non solo per ottenere prodotti di qualità, ma anche caratteristiche sempre più apprezzate dai consumatori di oggi, attenti a una filiera della carne sostenibile e rispettosa. Già lo scorso anno, delle otto aziende valutate da Essere Animali, Fumagalli è stata l’unica a ottenere un pieno punteggio, di undici su undici, dimostrando così il suo impegno concreto nell’eliminazione di determinate pratiche: tra queste l’allevamento delle scrofe in gabbia, il taglio e la limatura dei denti oppure la mutilazione della coda. Fumagalli ha anche dimostrato di impegnarsi a fornire arricchimenti ambientali adeguati a tutti i maiali e alle scrofe, una lettiera confortevole, e di utilizzare responsabilmente degli antibiotici.

“ll nostro business vive di un 59% di export e di un 41% italiano – prosegue Pizzigalli – All’estero lavoriamo con retailer e grossisti e il nostro primo mercato è quello inglese, il secondo quello svedese. Si tratta di Paesi in cui i consumatori dimostrano una forte sensibilità̀ alla sostenibilità̀ e alle condizioni in cui vengono allevati gli animali. Già tra gli anni ’80 e ’90, abbiamo cominciato a chiudere la nostra filiera, compiendo internamente tutto il ciclo di produzione del suino, dalla riproduzione all’ingrasso, fino alla macellazione. Siamo partiti guardando all’Inghilterra, in un percorso intrapreso già dal 2013 e interamente dedicato al benessere animale – aggiunge il Direttore Generale della Fumagalli – Siamo poi entrati in contatto con Compassion in World Farming, associazione per il benessere degli animali e da oltre 10 anni è stato avviato un progetto per il parto senza gabbie, tale per cui le scrofe e i maialini condividono una struttura di un minimo di 6,5 metri quadrati di superficie”.

 

Unica in Italia ad avere una gestione diretta su tutto il processo produttivo e il controllo dell’intera filiera – dalla nascita del suinetto fino al prodotto finito – la Fumagalli Industria Alimentari ha dotato alcune sue linee di etichette di un QR Code, collegato al sito internet dell’azienda, tramite cui è possibile approfondire come vivono gli animali e le loro modalità di allevamento.

“Per noi il benessere animale corrisponde a un management costruito in modo che l’animale, seppur inserito in un contesto di produzione industriale, riesca comunque a seguire le attitudini che avrebbe in natura. Suini e scrofe hanno l’istinto di esplorare l’ambiente circostante in cerca di cibo: se non hanno accesso a materiali con cui esprimersi spesso ridirigono la loro attenzione verso gli altri animali del recinto, ad esempio mordendosi la coda. Oltre all’espressione dei comportamenti, i maiali hanno anche bisogno che sia garantito loro un certo comfort, perché passano gran parte del tempo sdraiati a riposare. Tenendo presente queste informazioni – conclude Pizzigalli – cerchiamo di rendere la vita degli animali più̀ conforme possibile alla loro etologia come specie. Per noi questa è una scelta etica, ma anche strategica rispetto al mercato. Abbiamo inoltre inserito materie prime sostenibili, come la soia certificata e prodotta senza deforestazione e siamo proprietari esclusivi delle nostre ricette di mangime: scegliendo gli ingredienti veniamo incontro allo sviluppo dell’intestino del maiale e riusciamo a prevenire numerose problematiche legate alla salute. Con un’alimentazione più̀attenta e condizioni di vita migliori possiamo così limitare notevolmente il ricorso agli antibiotici. Infine, abbiamo creato un sistema formativo interno, in modo che tutti siano sulla stessa lunghezza d’onda. Perché occorre sì avere una strategia generale, ma sono le persone che operano a fare la differenza”.

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41 Commenti

  1. Certamente dovete cominciare a controbattere a “Food for profit”. Troppa gente lo sta guardando e prendendo coscienza. Ma questi “fulgidi esempi” non valgono nulla, l’unica via per non maltrattare gli animali e’ NON allevarli per profitto.

    1. Condivido ma il problema più grande sono le persone che , come spesso io pubblico ma nessuno lo guarda, se tutti quelli che si cibano di esseri viventi e senzienti siano essi di terra di cielo o di mare dovessero provvedere loro ad ucciderli secondo Lei avrebbero la forza di divenire vegani?

  2. Prescindendo dal dichiarato modo di operare dell’azienda, trovo che la foto pubblicitaria sia veramente tristissima e del tutto inadeguata perché la tenerezza che vuol esibire potrebbe andare bene per un santuario che accoglie animali sottratti al macello. È inconcepibile abbracciare con tenerezza ed amore un essere indifeso che dopo fai scannare per scopo di lucro…!!!

  3. Tutto bene, è un grande passo avanti nel campo dell’allevamento di animali a scopo alimentare.

    Però faccio notare che la Ditta Fumagalli, all’interno del suo shop online, vende molti prodotti di provenienza da altre Ditte che non hanno affatto gli stessi requisiti (non sono neanche bio), e non è affatto facile per il cliente capire quali sono i “veri” prodotti Fumagalli… ! Lo so per esperienza diretta. Tant’è vero che ho smesso di acquistare da loro (per la verità ho smesso poi completamente di consumare carne )

  4. Potrei tornare a mangiare carne saltuariamente. Oggi non posso pensare di nutrirmi della sofferenza di tanti poveri animali. Sarei disposta a pagare di più e mangiare meno frequentemente se avessi delle garanzie in tal senso.

  5. Concordo su tutto ma l’immagine con il povero maialino, che a quest’ora è già morto, poteva risparmiarcela, sa che lei è ricco sulla pelle degli animali?

    1. Poi guardando la foto della azienda dubito fortemente che abbiano spazi grandi come asserisce….ma è risaputo che il sapersi vendere bene attira che non si ferma a riflettere.

  6. Allevamento e benessere è un ossimoro. Animali da profitto, tanto basta. Il benessere animale sono le vacche che pascolano negli alpeggi, a brucar erba fresca, a sentire sole e pioggia, e terra sotto le zampe. Il resto malvagità e ipocrisia che solo l’essere umano possiede. Patetica la foto col maialino in braccio.

  7. Complimenti agli allevatori.
    Attenzione a non criminalizzare un settore che non si conosce. Negli ultimi anni tutti gli allevamenti in Italia hanno fatto enormi progressi grazie anche ad un sistema di controlli efficiente.Qualche scandalo vero,ma strumentalizzato e amplificato ad arte magari da chi guadagna vendendo cibi artificiali, non può cancellare il lavoro serio e i sacrifici di tanti

    1. Buongiorno Luigi, se gli allevamenti in Italia fossero così virtuosi non avrebbero problemi a mostrare come vengono tenuti gli animali. Non è strumentalizzato, semplicemente è stato messo alla luce quello che accadeva lontano dagli occhi di tutti.

  8. Parlano di animali come di oggetti!!! Assurdo!! E la cosa più folle di tutto è fare nascere una vita per poi ucciderla!!!! Siamo alla follia più totale!!! Go vegan

    1. Io sono vegana da una vita e non nego che quando vedo questa forma di pubblicità poco credo a quanto viene scritto perché alla fine è solo ed esclusivamente uno specchio per le allodole basti osservare la foto dello stabilimento per comprendere che qualche cosa non quadri su quanto leggiamo?

  9. Sempre animali per scopo di lucro comunque, apprezzo l’impegno ma ci vuole coraggio uccidere dopo questi animali chissà quanti ogni giorno e poi come? E l’inseminazione come di sicuro non naturale … Sono sempre indignata davanti a queste realtà…..

  10. Io non ho parole… Non dovrebbe esistere nessun allevamento né intensivo né con benessere animale. Vi sentite la coscienza pulita? Forse date anche qualche carezza ai piccoli appena nati che vi vengono incontro, paglia pulita, spazio… E poi potete descrivere, come li acchiappate e li ammazzate, dissanguate e appesi a forma di salume? Oppure un bel maialino da latte? Come decidete di toglierlo a madre e fratellini per ucciderlo? E gli adulti? Appesi a forma di salame? Gli fate ancora qualche carezza dicendo che è benessere animale? Ma quanto è ipocrita l uomo e quanto schifo facciamo? Disgusto. Provo solo disgusto. Ci vuole coraggio. Potevate fare i panettieri.
    Poveri esseri senzienti che vogliono vivere e vengono dilaniati e fatti a pezzi e poi parlate di benessere animale. Roba da matti. No. Roba da umani. Perché gli animali con noi non lo fanno.

  11. Un passo enorme rispetto alla quasi totalità dell’industria suinicola, complimenti all’azienda.
    Rimane il fatto che parliamo.di animali sociali nati in cattività che verranno fatti vivere all’ingrasso in uno spazio recintato per un annetto per poi essere macellati, quando potrebbero vivere 10/15 anni in natura

  12. Usando l’espressione “benessere animale” ci si lava la coscienza.
    Se ami e rispetti gli animali non li fai venire al mondo per poi ammazzarli.
    E farci i soldi.
    Quanta ipocrisia.

  13. Complimenti davvero. Ci vorrebbero più aziende come queste. Più rispetto per gli animali e di conseguenza più salute anche per noi che mangiamo carne di animali sani. Grazie

  14. Ottimo complimenti veramente, invece di guardare solo i profitti , ha fatto in modo.che gli animali possano vivere degnamente purtroppo fino alla macellazione, senza torture , privazioni, gabbie e uso massiccio di antibiotici. Gli animali meritano rispetto e se trattati bene sanno dare tanto amore, sono esseri senzienti provano le stesse nostre emozioni , stress ansia , felicità. Quindi se alimentati all’aperto , anche la salute umana ne beneficia. Grazie mille ,spero che anche altri seguano il Vostro esempio

    1. Lei è affetta da dissonanza cognitiva grave. Come si fa a parlare di amore e rispetto e ringraziare chi li ammazza? Senza torture però eh…mi raccomando!

    1. Trovo ipocrita abbracciare o accarezzare un maialino che domani farai a pezzi per interesse economico . Non ci vuole troppa intelligenza né sensibilità eccessiva per capire che il vostro logan è subdolo…quanto un lupo 🐺 ammantato con un vello di pecora 🐑

  15. Per fortuna esistono anche realtà come queste che sono in totale contrapposizione con quelle degli allevamenti intensivi, lager legalizzati che hanno come unico scopo il profitto economico, con una totale indifferenza verso la sofferenza degli animali e l’ambiente.
    Complimenti a questa azienda, siete un vero esempio.

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