Lereti, società di distribuzione idrica del gruppo Acinque, rientra nel ristretto novero delle aziende premiate da Arera (l’autorità di regolazione per energia reti e ambiente) attraverso premialità sulla base dei traguardi raggiunti. In particolare, riconosciuto l’impegno che ha consentito di conseguire risultati importanti nella riduzione delle perdite, delle interruzioni e confermare lo standard – eccellente -della qualità dell’acqua
“La società si è distinta per capacità di iniziativa e livelli di servizio – ha sottolineato Marco Levi, amministratore delegato di Lereti (nella foto in alto) – confermandosi fra le eccellenze del paese sia sul piano della qualità tecnica che in quello del rapporto con gli utenti”.
A Como le perdite dell’acquedotto sono state ridotte sotto il 20 per cento a fronte di una media nazionale che supera i 40 punti percentuali, questo anche grazie al ricorso all’innovazione: nel capoluogo lariano si è proceduto alla cosiddetta distrettualizzazione dell’acquedotto permettendo una gestione più puntuale ed efficiente dei sistemi di distribuzione e sono stati inoltre installati numerosi sensori (150 tra gli ATO di Como e Varese) che rilevano eventuali problematiche sulla rete consentendo di intervenire prontamente e in maniera mirata.
Anche sul piano delle interruzioni del servizio Lereti si posiziona tra i gestori più capaci: a Como grazie all’impianto di potabilizzazione da lago; in provincia di Varese incrementando le fonti di approvvigionamento, riconnettendo anche sorgenti private così da affrontare eventuali criticità legate alla siccità e ai cambiamenti climatici.
“Sono obiettivi significativi che è stato possibile centrare grazie alle scelte strategiche, agli investimenti, alle tecnologie adottate e alle professionalità del nostro team con cui voglio condividere la soddisfazione per il riconoscimento di Arera – ha aggiunto Levi. Ora, guardiamo avanti: la parola d’ordine è continuare a investire nelle infrastrutture e migliorare ulteriormente questi risultati”.
Accanto agli importanti progetti di sviluppo ed efficientamento degli acquedotti esistenti, è ad esempio in fase di studio la proposta di un progetto per una dorsale a cavallo fra i territori di Varese e di Como che, alimentata dall’impianto di potabilizzazione insediato nella caverna alle pendici del Baradello (ad impatto urbanistico zero), consentirebbe di rifornire meglio la provincia prealpina più esposta agli effetti del cambiamento climatico di quanto non lo sia il comprensorio lariano approvvigionato dal lago.
Acinque, inoltre, nei giorni scorsi ha sottoscritto il Patto per l’acqua siglato dagli operatori associati a Utilitalia, che servono l’80% della popolazione. L’obiettivo dichiarato è sostenere assieme le politiche nazionali di resilienza delle infrastrutture e dei sistemi di approvvigionamento al fine di “garantire ai cittadini universalità e qualità dei servizi e gestioni all’altezza delle future sfide”.
“Il contesto complesso in cui operiamo, fortemente caratterizzato dagli effetti del cambiamento climatico, reclama risposte organiche e strutturate – ha spiegato l’amministratore delegato di Acinque, Stefano Cetti -. Crediamo fortemente in una sinergia industriale che, facendo rete fra le eccellenze italiane del settore, potrà promuovere iniziative importanti, coordinate e congiunte, ai fini della tutela e della gestione dell’acqua. Assieme, coniugando competenze e capacità industriali, potremo sviluppare azioni concrete a beneficio della qualità di servizio, della continuità di prestazione, della valorizzazione della risorsa”. Le prime realtà ad aver siglato il “Patto per l’Acqua” sono: A2A, Acinque, Acqua Novara VCO, Acquedotto Lucano, Acquedotto Pugliese, Amap, Ascopiave, Gruppo Cap, CVA, Hera, Iren, MM, Nuove Acque, Publiacqua, Romagna Acque, Smat, Suez, Gruppo Tea e Viveracqua.
Dal 2012 ad oggi gli investimenti nel comparto idrico sono aumentati del 227%, raggiungendo i 4 miliardi annui e i 56 euro medi per abitante. Ma il gap con la media europea di 82 euro annui per abitante (che sale fino a 100 euro nel Paesi più virtuosi) resta ampio, soprattutto nei territori nei quali non operano soggetti industriali: nelle gestioni comunali in economia, che interessano ancora 1.519 Comuni e 8 milioni di cittadini, si continuano a investire mediamente solo 8 euro l’anno. In questo quadro, Utilitalia e le aziende associate evidenziano che, per poter dispiegare la piena efficacia del Patto, all’impegno delle imprese vanno affiancate azioni di riforma tese alla riduzione della frammentazione, all’introduzione di parametri di verifica gestionale, al consolidamento industriale del settore e a un approccio integrato tra i diversi usi dell’acqua.
Un commento
Certo adesso diamo a Varese anche l’acqua del Lago di Como! E poi? Che altro? Perché non gli diamo anche una fettina di c**o?