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L’eterna vergogna dell’ex Padiglione Grossisti al Mercato Coperto: 10 anni e 2 milioni dopo, nemmeno l’agibilità

Non che in questi anni sia mancato un regolare promemoria su quello che – pur seminascosto, pur forse poco presente nell’immaginario popolare – è uno dei più clamorosi scandali dell’amministrazione pubblica a Como.

Parliamo dell’ormai famigerato Padiglione ex Grossisti del Mercato Coperto, un vero inno alla vergogna e allo spreco.

Per farla brevissima, tre dati: il recupero e la riqualificazione vennero appaltati nel 2011 e terminarono tra intoppi e ritardi nel 2015; allo scopo, vennero spesi oltre due milioni di euro che da allora, salvo qualche sporadico e del tutto occasione evento privato, sono soldoni rimasti ascoltare la propria eco nel silenzio dello stanzone finito a metà, tra parapetti e pavimentazioni mancanti al piano primo, rivestimenti delle scale d’accesso mai fatti, vani per gli ascensori desolatamente vuoti e via dicendo; infine, un annetto fa, venne annunciato dal Comune lo studio di fattibilità con altri 400mila euro per completare quel monumento all’incompiuto, ma da allora di quell’intervento si son perse le tracce.

Ora, arriva un altro segnale scoraggiante, sebbene non nuovo in assoluto (ma è proprio questo che colpisce: mesi, anni, lustri interi passano e nulla cambia, anzi).

Interrogato in consiglio comunale sul punto, l’assessore all’Urbanistica Marco Butti ha infatti desolatamente confermato che di agibilità dell’enorme stanzone abbandonato, per ora, non se ne parla.

“Non c’è ancora l’agibilità definitiva – ha affermato Butti – ma se un privato vuole realizzarci un evento, come accaduto con Miniartextil, ciò puà avvenire se questo si assume l’onere tecnico-economico di ottenere il relativo nullaosta”.

Per il futuro prossimo, di fatto e ricorrendo a una metafora, lo stanzone ha l’unica ambizione, per così dire, di diventare un “centro di accoglienza”: “Stiamo ragionando con il collega Gervasoni sulla sistemazione lì dei venditori quando inizieranno i lavori negli altri padiglioni”, ha affermato l’assessore.

Quando e come – con l’agibilità tutt’ora mancante – è davvero tutto da capire.

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2 Commenti

  1. Possibile che dopo 10 anni nessuno ravvisi in “questo comportamento” uno spreco di denaro pubblico? Con quale criterio sono stati decisi i lavori se poi tutto rimane al palo?.

  2. Senza polemica ma solo per capire, dalle parole dell’assessore: cosa vuol dire quando afferma che l’utente potrebbe ” assumersi l’onere tecnico economico di ottenere il nullaosta” ? Grazie in anticipo per l’eventuale risposta.

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