Nel più classico schema del “non confermo, non smentisco” (o quasi) va comunque dato atto a Luca Levrini di non essersi sottratto all’intervista di quattro giorni fa.
Il 24 gennaio, dopo qualche mese (e più) di voci circolanti, qualche sospetto (senza nomi ma con domande precise rivolte al sindaco Landriscina) sollevato formalmente in Consiglio Comunale da Alessandro Rapinese e un’accusa diretta di Civitas, abbiamo intervistato il Presidente di Fondazione Volta a proposito della presunta iscrizione alla Massoneria e, di riflesso, circa l’opportunità di un incarico all’interno di una struttura a partecipazione pubblica.
Civitas: “Luca Levrini massone”. Il presidente di Fondazione Volta: “E’ riservato ma basta pregiudizi, nulla di male”
Il Presidente di Fondazione Volta è nomina che spetta alla Camera di Commercio, a quel tempo, giugno 2018, guidata da Ambrogio Taborelli. Seguimmo passo passo il percorso che portò al rinnovo degli organi interni (qui, molte ricostruzioni e retroscena).
Levrini in nome del più volte invocato valore della (del diritto, autostabilito, alla?) riservatezza, quale cardine inviolabile della libera muratoria, a domanda precisa sull’iscrizione ha risposto in modo piuttosto evasivo. Lasciamo a voi: l’intervista pubblicata sopra, se letta anche con media attenzione, offre qualche possibile deduzione e nemmeno troppo vaga.
Intanto ne abbiamo parlato con l’ex capo supremo di via Parini.
Taborelli, è emerso il tema Massoneria ai tempi della nomina?
Certo che no, quando individuo una persona per un incarico non chiedo se sia iscritta al Rotary, ai Lions o alla Massoneria.
Non è esattamente la stessa cosa.
Vero, non è la stessa cosa, ma non mi piacciono in generale le associazioni, sono fatto così. E prima che me lo chieda: no, non sono iscritto alla massoneria anche se ritengo che farne parte non significhi essere dei mascalzoni. Kennedy nominò il fratello Bob alla Giustizia, per dire. Si sceglie sempre la persona che si ritiene più opportuna o di valore.
Le domande di Civitas e Rapinese non sono però peregrine. La partecipazione pubblica a Fondazione è un tema pesante.
Mi sembra si voglia per forza pensare male.
In Italia i precedenti storici ci sono, la ferita, forse, è ancora aperta e questo reiterato appello alla riservatezza quale valore universale non aiuta a raccapezzarsi. Ripeto però, ci interessa perché stiamo parlando di questioni pubbliche con coinvolgimento di Istituzioni, niente di personale col presidente.
Non siamo, io credo, ai tempi di Licio Gelli e della P2.
Apprendendo oggi dell’ipotetica iscrizione di Levrini ritiene si ponga un problema di opportunità?
E’ una persona di valore e capace. Tornassi indietro lo rinominerei certamente.
Chi le ha suggerito il nome di Levrini per Fondazione?
Persone di fiducia.
Vuole fare i nomi?
No.
Sollevando ancora il tema dell’opportunità, abbiamo sentito anche l’attuale presidente della Camera di Commercio, Marco Galimberti.
Lei è arrivato dopo le nomine, ha seguito le cronache di questi giorni?
Sì ho letto ma dico subito che con Levrini ho un buon rapporto, è competente e si impegna. Guarderei ai risultati ottenuti per Fondazione, non starei a chiedermi se sia massone.
Quindi nessun problema.
Vedo una persona capace di portare avanti un determinato percorso.
Lei è massone?
No.
Quindi non sapeva dei dubbi sul presidente.
(Sorride) Sono un provincialotto, io.
Infine, una precisazione estremamente importante
Nel precedente articolo spiegavamo a Levrini: “Abbiamo condotto alcune ricerche diversi mesi fa e, a prescindere dalla nota di Civitas, l’avremmo contattata a breve. Ci pare corretto chiedere, per non sussurrare sospetti vaghi buttati a caso: secondo quanto abbiamo letto, quindi non adombrato, il suo nome compare spesso tra i documenti del Grande Oriente d’Italia (principale loggia italiana, qui i dettagli). Ne cito uno, in cui si parla di lei (è dentista), in quanto “punto di riferimento per aiutare i fratelli odontoiatri” (qui). Dalle sue risposte e da questi risultati posso dedurre che faccia parte del Goi”.
Ecco, per completezza di informazione e a scanso di facilismi: le ricerche non sono state frutto solo di un nome+invio su Google ma hanno alle spalle elementi documentali non disponibili online e confronti con fonti accreditate, dati e lavoro che permettono la completa legittimità delle domande (ovviamente, non la certezza assoluta), per questa ragione abbiamo parlato direttamente col presidente.
Il comunicato di Civitas e le precedenti domande di Rapinese, nella loro sacrosanta valenza politica e civile, ci hanno però obbligati a un’inattesa e faticosa accelerazione.
L’eventuale partecipazione di Levrini alla libera muratoria non è immorale, illegale e non è oggetto di un nostro giudizio etico o morale appunto.
Assolutamente nulla di personale, dunque, ribadiamo però la correttezza totale di un dibattito sulla riservatezza nel momento in cui il pubblico è coinvolto, decide, nomina e investe economicamente.
Tutto qui.
Civitas: “Luca Levrini massone”. Il presidente di Fondazione Volta: “E’ riservato ma basta pregiudizi, nulla di male”
Un commento
Ho letto l’intervista, pungente e puntuale
da cronista esperto e preparato, da fare invidia ai redattori dei “giornaloni” che tanto si dilungano in previsioni (che spesso sbagliano).
Alla tua precisa domanda: “lei è massone”?
La risposta inequivocabile e allarmante
mi ha fatto rizzare i capelli; “io sono provincialotto”.
Non aggiungo altro perché se tutto va cosi, siamo in barche di tela…