“Questo bando va ritirato. Non è così che si fanno le cose”.
Non ammette mezze misure l’architetto di origini giapponesi, ma comasco da tutta la vita, Hajime Miyajima quando parla del nuovo bando di concessione del Lido di viale Geno.
Pietra dello scandalo: contenuti e modalità della gara per la gestione del compendio composto da bar, ristorante e stabilimento balneare. Un bando maledetto, nato malissimo già l’anno scorso con la richiesta di proroga dei brevissimi termini di presentazione delle offerte (problema sollevato dal consigliere forzista Luca Biondi) e naufragato con l’esclusione, a causa di vizi formali, di entrambe le società partecipanti.
E oggi il Comune ci riprova ma l’architetto, che il bando se l’è studiato a fondo su commissione di un cliente potenzialmente interessato a presentare un’offerta, affonda il colpo. “Partiamo dai termini di consegna delle offerte: il bando è stato pubblicato il 7 agosto e richiede di prendere visione dell’immobile dal 25 agosto al 15 settembre con consegna dei documenti entro il 28 settembre. Un tempo strettissimo per predisporre un progetto, che nella valutazione finale pesa per il 70% – spiega Miyajima – soprattutto alla luce dei materiali che il Comune fornisce, cioè una visura catastale e uno stralcio del PGT, ovviamente non su supporto digitale”.
E, se si vuole qualche informazione in più, occorre fare richiesta anche se l’Ufficio Patrimonio, si legge sul bando, “risponderà, entro la data del 22 settembre a mezzo posta elettronica, e con pubblicazione sul sito istituzionale, a tutti i quesiti che dovessero essere posti dai concorrenti”.
Cinque giorni prima della scadenza dei termini di consegna delle offerte. Facile no? Ma non finisce qui: “Il bando contiene assurdità come la richiesta di un progetto di massima accompagnato però da un computo metrico estimativo dettagliato: una contraddizione in termini mai vista – aggiunge – In un bando serio il Comune dovrebbe fornire il computo metrico e chi partecipa alla gara dovrebbe compilarlo con la propria offerta. Se no quali sarebbero i parametri di giudizio?”
Leggiamoli: partendo da un canone annuo base di 67mila euro per massimo 20 anni, “la concessione sarà aggiudicata con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa”, recita il bando, specificando che, su 100 punti, al massimo 70 saranno assegnati all’offerta tecnico/qualitativa (il progetto, di cui 30 alle opere e soluzioni tecniche, 15 alla manutenzione, 15 al cronoprogramma ma solo 10 alla fruibilità della struttura con, come elemento premiante, la predisposizione di un servizio navetta in partenza da non meglio precisati punti di raccolta) e 30 all’offerta economica/temporale (il canone e la sua durata).
“Senza una linea guida, il rischio è che si giudichino le offerte solo sulla base di chi spenderà di più o pagherà un canone più alto senza preoccuparsi di valutare qualitativamente chi entrerà in questo posto e l’uso che ne farà. Anche perché le condizioni della struttura sono assolutamente disastrose, va rifatto tutto da cima a fondo in cambio di uno sconto sul canone solo sul primo anno. Non riesco a immaginare chi possa affrontare un investimento del genere”.
“Piange il cuore a dirlo, ma piuttosto che trattarlo così lo vendano”, è la provocazione finale dell’architetto. Che, più che un invito a un onorevole passo indietro suona come il tentativo di chiedere, a chi di dovere, attenzione nell’affidare quanto di più bello e prezioso ha la città.
AGGIORNAMENTO 12 SETTEMBRE 2020
Dopo questa e altre proteste per la gestione del bando per il Lido di viale Geno, il Comune alla fine ha (almeno parzialmente) ceduto: il termine per la presentazione delle offerte è slittato al 26 ottobre prossimo e con esso sono stati spostate anche le scadenze collegate. Qui trovate il documento integrale.
2 Commenti
Una vergogna dietro l altra, speriamo se ne vadano al più presto!
Intanto il lido è rimasto chiuso privando la cittadinanza di un servizio pubblico…. Essenziale.
Ovviamente il danno economico per il mancato incasso del canone e quant’altro non verrà pagato da nessuno, in primis i geniali COMPETENTONI che hanno prodotto questo disastro.
Anzi tali competentoni si autoliquideranno il lauto bonus premiale di fine anno.
Sottolineo autoliquideranno con i soldi pubblici.
Tutto perfettamente nella norma ormai come insegnano le paratie.