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Linea Trenord Como-Lecco, odissea pendolari. Corse soppresse e convogli sostitutivi che non partono. La denuncia del Comitato

Ritardi e disguidi sono all’ordine del giorno. E i pendolari sono sempre più in prima linea. Riportiamo quanto denunciato dal Comitato pendolari Como-Lecco per quanto accaduto il 6 giugno.

Ecco il racconto:

“Martedì 6 giugno, ore 18:37, Trenord comunica che “il treno 10438 (Molteno 18:35 – Como S. Giovanni 19:18) e il treno corrispondente 10441 (Como S. Giovanni 19:41 – Lecco 20:44) non saranno effettuati per un guasto al treno. I clienti diretti a Como S. Giovanni possono utilizzare il treno 10440 (Molteno 19:35 – Como S. Giovanni 20:18). I clienti diretti a Lecco possono utilizzare il treno 10443 (Como S. Giovanni 20:41 – Lecco 21:34)”. In pratica, i viaggiatori dovevano aspettare 1 ora prima del treno successivo. La domanda è: ma, il treno successivo li avrebbe portati a destinazione? La risposta purtroppo è stata “Sì, per il 10440 e No per il 10443!” e questo per il volere del personale di Trenord e quindi dell’azienda.

Ai propri “clienti” diretti a Lecco, il “fornitore” Trenord ha suggerito di prendere il treno numero 10443, che è l’ultimo treno della giornata che parte da Como alla volta di Lecco, ma questo treno è una sorta di “express”, che ferma solamente a Como Camerlata, Cantù e a Molteno, saltando Albate Trecallo, Brenna-Alzate, Anzano del Parco, Moiana, Casletto-Rogeno, Oggiono, Sala al Barro-Galbiate e Valmadrera. E i viaggiatori, ops, i “clienti”, che dovevano raggiungere queste destinazioni? E quelli che dovevano prendere il treno proprio in quelle stazioni?

Non appena viene diramato l’annuncio un viaggiatore contatta lo staff del nostro comitato: “dovevo prendere il 19:41 da Como, che non c’è, spero che il 20:41 faccia tutte le fermate, altrimenti devo trovare qualcuno che venga a prendermi, altrimenti scendo a Merone e sono costretto ad andare a piedi fino a Rogeno.”

Alle 20:41 il treno parte e il viaggiatore chiede al personale di bordo di effettuare tutte le fermate, la risposta è “NO”. Una situazione assurda, non solo per i viaggiatori in partenza da Como che dovevano scendere in una delle fermate non previste, ma anche per i viaggiatori che dovevano salire sul treno in quelle stazioni, in poche parole per chi doveva salire nelle stazioni non servite dal 10443 si sono dovuti attaccare… al tram. Clienti dimenticati, clienti ignorati, insomma, tutt’altro che clienti.

A nostro avviso sarebbe bastata la volontà da parte del personale di chiamare la Sala Operativa e richiedere di poter effettuare tutte le fermate.

…e ci chiamano clienti.

Comitato Pendolari Como-Lecco.

 

E proprio sui disservizi è intervenuto il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo che ha affrontato il  tema delle proteste dei pendolari, i rilievi dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti e della direttiva dell’Unione Europea del 2007 – che obbliga, a partire dal 2024, la messa a gara dei servizi di trasporto pubblico locale – con Regione Lombardia che assegnerà a Trenord un nuovo contratto di servizio, della durata di 10 anni.

Gli effetti di tale scelta produrranno l’esplosione dei costi, che verranno soprattutto scaricati sull’utenza. La delibera regionale dello scorso 15 maggio stabilisce, infatti, che l’affidamento diretto prevederà un corrispettivo di 542 milioni di euro/anno, ovvero 97,2 milioni di euro in più rispetto al 2022. Un surplus non previsto a bilancio. L’ipotesi è che, per garantire il contratto con Trenord, si vada a intaccare il fondo per il trasporto pubblico locale. Nei documenti approvati dalla giunta regionale, inoltre, arriveranno incrementi fino al 40 per cento del prezzo dei biglietti, senza risparmiare gli abbonamenti tanto che per quelli relativi al sistema integrato sono previsti incrementi tra il 20 ed il 50%.

“La Regione è arrivata in ingiustificato ritardo, dopo ben tre proroghe, alla definizione del nuovo contratto di servizio di Trenord, ignorando che comunque successivamente si dovrà andare a gara – spiega Angelo Orsenigo, Consigliere regionale del Partito democratico – È evidente che ci si debba preparare a una procedura di evidenza pubblica ma sotto molti fronti la Regione non è pronta: come PD siamo preoccupati per la scarsa attenzione a chi lavora in quest’ambito. Per questo, torneremo alla carica per far sì che venga rivista la legge 6/2012, il cui articolato è debole, e che vengano rafforzate le tutele dei lavoratori di tutto il settore ferroviario (attività collegate incluse) per il mantenimento dei livelli occupazionali e perché, qualsiasi scenario si verifichi, le condizioni contrattuali ed economiche permangano le medesime. È ancora più evidente – prosegue il consigliere – che affidare a Trenord il servizio per altri 10 anni, bocciando la mozione del PD che chiedeva un ripensamento sui termini della proroga, sia una forzatura di incredibile modestia, non degna dei livelli di servizio richiesti dalla locomotiva lombarda”.

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Un commento

  1. Attenzione!! Il personale ferroviario, quindi macchinista e capotreno non possono decidere di iniziativa di effettuare o saltare delle fermate quindi è scorretto e sbagliato scrivere che “per volontà del personale …” non si sono effettuate delle fermate. Macchinista e capotreno DEVONO ESEGUIRE DISPOSIZIONI ED ORDINI che gli vengono impartiti da chi gestisce la circolazione, non possono fare altro che attenersi a ciò che gli viene comandato nero su bianco tramite apposito moduli, finiamola di scrivere inesattezze che scaricano le colpe sul personale e che spesso poi causano aggressioni più o meno gravi agli stessi che spesso e volentieri devono metterci una pezza o beccarsi le sfuriate della gente!!

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