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Parrucchieri, Sondrio: ok anche fuori Comune. E Como? Caramel (Confartigianato): “Presentiamo richiesta identica”

Parrucchieri, meccanici, gommisti. Servizi fiduciari alla persona, insomma.

Ne parliamo da giorni dando conto di un dibattito piuttosto acceso che agita i professionisti e i loro clienti.

In estrema sintesi, alla luce dell’ultimo Dpcm, non è possibile in alcun modo lasciare il Comune di residenza o domicilio se ci si trova in Zona Rossa (fatta eccezione per le solite tre motivazioni: salute, lavoro, emergenze).

Eppure secondo molti, tra questi il presidente del consiglio regionale lombardo, il comasco Alessandro Fermi, è dovrebbe essere consentito, in nome del rapporto tra cliente e esercizio commerciale, consentire lo spostamento.

Ne abbiamo parlato qui:

Caos parrucchieri, sì anche fuori dal Comune? Fermi: “La provincia non è come Milano. Sport, vedremo i ciclisti intorno alle chiese”

E qui.

Caos parrucchieri, sì anche fuori dal Comune? Fermi: “La provincia non è come Milano. Sport, vedremo i ciclisti intorno alle chiese”

E pare che l’interpretazione prevalente che richiede una lettura meno restrittiva del Dpcm non sia poi cosa tanto campata per aria.

In queste ore infatti la prefettura di Sondrio ha deciso che, sì, è possibile uscire dal Comune per taluni servizi.

Lo fa sapere Confartigianato Sondrio che spiega: “Nella tarda serata di ieri al termine della riunione del “Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza”, è stato diffuso l’atteso comunicato della Prefettura di Sondrio che ha chiarito diversi aspetti delle direttive ricomprese nel DPCM del 3 novembre 2020 per le zone rosse. Con orgoglio e soddisfazione – grazie anche al lavoro incessante di Confartigianato Imprese Sondrio ed in particolare del Presidente della Categoria, Johnny Oregioni – è stata condivisa la richiesta di consentire lo spostamento da un comune ad un altro per potersi recare dal proprio acconciatore di fiducia“.

Confartigianato Sondrio, nella giornata di lunedì aveva messo nero su bianco in una lettera al Prefetto, la  richiesta “ritenendo che tale chiarimento rispondesse al “buon senso” e alla “ragionevolezza” che deve sempre accompagnare l’applicazione delle norme. Una interpretazione che aveva un senso ancor più forte in un territorio come il nostro composto da molti Comuni e spesso molto vicini fra di loro”.

“Gli sforzi dell’associazione – sottolinea ancora Oregioni – nel costante confronto con i rappresentanti del Governo in Valtellina e Valchiavenna, si sono concentrati nel far valere alcuni principi riguardanti nello specifico i saloni di acconciatura ma che possono essere estesi ad altre realtà e cioè che i luoghi di lavoro non possono e non devono essere visti come insicuri o quelli in cui è più facile essere contagiati”.

E aggiunge: “Non è nei Saloni e/o nelle Botteghe che si prende il virus. Il virus circola dove c’è assembramento e dove non si rispettano le regole di igiene e di sicurezza. I luoghi di lavoro sono sicuri. Far passare un concetto diverso e cioè ad esempio che i Saloni delle imprese che operano nei Servizi alla Persona siano da chiudere perché sono dei potenziali focolai, è scorretto e sbagliato. Non solo ma si rischia di non indirizzare gli sforzi verso i comportamenti veramente rischiosi che vanno al contrario sanzionati. Nei saloni si accede uno alla volta e solo su appuntamento. Gli operatori sono scrupolosi e gli ambienti sono sanificati; i clienti che permangono all’interno degli esercizi lo fanno per poco tempo, sono distanziati e in totale sicurezza.
L’aver compreso le ragioni della nostra richiesta da parte della Prefettura dimostra inoltre – ancora una volta – che i prodotti e i servizi forniti dagli artigiani non possono e non devono essere considerati “prodotti standard”. La situazione sanitaria resta difficile e per certi versi drammatica ; ne consegue quindi che l’invito è quello di uscire di casa il meno possibile ed evitare comportamenti rischiosi per se stessi e per gli altri”.

La notizia è importante anche per Confartigianato Como, da giorni, attiva su questo fronte. Di fatto costituisce un precedente e certo un rafforzativo agli argomenti che l’associazione porterà in Prefettura. “Stiamo per presentare una richiesta identica di lettura ‘aperta’ del Dpcm – spiega il segretario generale, Alberto Caramel – ci aspettiamo dunque una risposta identica. Non si capirebbe altrimenti una diversità di trattamento tra territori in Zona Rossa, confinanti e sottoposti allo stesso Decreto”.

Le prossime ore dovrebbero portare una risposta.

IL DOCUMENTO INTEGRALE DI CONFARTIGIANATO SONDRIO

C.S. 21_2020 Via libera spostamenti da un comune all'altro 11.11.20
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