Il profilo del lungolago di Como difficilmente sarebbe lo stesso senza i suoi pescatori che, specie alla sera, appoggiati alla balaustra dei giardini a lago, lanciano le loro lenze con la speranza di catturare un luccio o un pesce siluro.
Presto, però, questa realtà potrebbe essere ristretta a specifiche ore della sera, come previsto dal nuovo regolamento di Polizia Urbana, un cui articolo legge:
Fatte salve le manifestazioni sportive specificatamente autorizzate, è vietata la pesca sui marciapiedi e viali fiancheggianti il lago, sulla diga foranea Caldirola e lungo il molo di Sant’Agostino. Tale divieto non si applica dalle ore 21.00 alle ore 08.00 nel periodo in cui vige l’ora solare e dalle ore 23.00 alle ore 07.00 nel periodo in cui vige l’ora legale. L’attività di pesca è sempre vietata all’interno del parco di Villa Olmo e lungo la passeggiata Lino Gelpi.
Come già raccontato su queste pagine, la comunità di pescatori del primo bacino del lago non ha preso bene le possibili restrizioni e, riunitisi attorno alla pagina Facebook “Pescatori di Como Alpha”, gli appassionati di questo sport si sono dati appuntamento a questa sera alle 19.00 per una battuta di pesca di “protesta” sul lungolago, all’altezza della Diga Caldirola.
ComoZero ha intervistato alcuni tra i promotori dell’iniziativa che segue una prima, estemporanea azione sulla diga foranea, la settimana scorsa, per capire quali sono le ragioni della protesta, le possibili conseguenze del nuovo regolamento e il valore aggiunto che gli appassionati di pesca possono dare alla città.
Luca Beretta pesca sul lungolago da quando era bambino, racconta a ComoZero.
“La cosa più importante è dare il segnale che si vuole mantenere le tradizioni. Ho cominciato a pescare con mio padre, quando ero piccolo. Vorrei che i miei figli e i miei nipoti continuino a pescare qui – racconta l’uomo con indosso una maglia che, come uno striscione appeso tra due alberi legge Giù le mani dai pescatori di Como – oggi si può vedere che siamo persone normali che semplicemente si divertono e che non fanno nulla di male. Chiediamo semplicemente di essere ascoltati e di poter continuare a pescare qui senza problemi”.
Luca Arcobello, altro pescatore e fautore dell’iniziativa, ha spiegato il perchè della mobilitazione.
“Tutto è cominciato con la confusione iniziale circa il nuovo regolamento di Polizia. Prima pensavano si parlasse di un divieto completo, poi si è fatta un po’ più di chiarezza. Ma per non saper né leggere né scrivere abbiamo voluto organizzare questa serata con l’intento di farci sentire. Detto questo siamo molto aperti a dialogare con l’amministrazione ma vogliamo anche avere qualcosa in cambio. Chiediamo che gli orari proposti nel regolamento vengano allargati”.
“Siamo qui a dimostrare che siamo disposti ad avere un regolamento, ad avere delle regole ben precise perchè ci siamo accorti che il lago è cambiato, Como è cambiata. Fortunatamente è arrivato il turismo grazie al nostro favoloso territorio – spiega William Cavadini, un altro promotore della battuta di pesca – proprio in luce di questo cambiamento siamo favorevoli a nuove regole”.
La battaglia dei pescatori comaschi è, ovviamente, prepotentemente entrata nell’arena politica la settimana scorsa.
EDIT 23.04 – Al termine della manifestazione, i pescatori sono stati raggiunti dall’assessore alla Sicurezza, Elena Negretti, che ha aperto a un confronto per valutare assieme migliorie e affinamenti delle nuove norme in arrivo (nella foto, anche il presidente di Confesercenti, Claudio Casartelli, il primo da sinistra). Un segno di disponibilità ben accolto dai manifestanti.
Gli esponenti comaschi del Partito Democratico si sono schierati con gli appassionati, così Alessandro Rapinese e Mauro Magatti che ha attaccato il provvedimento dell’amministrazione Landriscina, bollandola come esempio dello scollamento delle maggioranze politiche dalla vita dei cittadini.