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Migranti, la parrocchia di Rebbio avrà un centro di accoglienza per i minori stranieri

Un intero stabile ristrutturato per l’accoglienza – in via Grilloni, a Como – dei minori stranieri non accompagnati. Prende corpo, anzi, si può dire molto ben avviata, l’iniziativa dell’associazione svizzera “Main dans la main” (al cui vertice è Carlo Crocco, fondatore nel 1980 della celeberrimo brand di orologi Hublot) che ha coinvolto direttamente la Parrocchia di Rebbio, ovviamente con Don Giusto della Valle e il Consiglio pastorale in prima linea.

Il tema dei minori stranieri non accompagnati è da sempre problematico in città: per legge l’assistenza spetta al Comune, ma nel capoluogo la pesante carenza di strutture, a fronte di arrivi sempre sostenuti di giovanissimi migranti, ha portato le ultime amministrazioni a trasferire i ragazzi in strutture attrezzate anche decisamente fuori dalla provincia.

In questo quadro è nato l’interessamento dell’associazione svizzera “Main dans la main”, nata nel 1980 per volontà di Carlo Crocco, che da tempo opera in diverse zone del mondo sviluppando progetti e comunità a favore dei bambini più bisognosi.

L’attenzione dell’associazione si è puntata su uno stabile nella zona di via Grilloni, a Rebbio, ereditato tempo fa dai Padri Comboniani che però, comprensibilmente, non hanno mai avuto le risorse per ristrutturarlo e adibirlo a nuove funzioni.

L’intervento di “Main dans la main” ha risolto il problema: la ristrutturazione è già in corso e una volta completata lo stabile sarà donato alla Parrocchia.

Difficile dire ora quanti minori stranieri ospiterà, mentre è sicuro che non sarà direttamente la Parrocchia a gestirlo.

Come si legge anche sul numero di giugno del bollettino “Il Focolare” in un articolo di Sofia Petruzzi – “il Consiglio pastorale è orientato nella direzione di lasciare a soggetti esterni operanti nel territorio (Guanelliani, Padri Somaschi, Symploké) la gestione concreta della comunità per minori”.

“Noi – aggiunge un’altra figura storica della Parrocchia e del Consiglio pastorale, Filippo Roncoroni, da noi contattato – ci riserveremo un ruolo di supervisione, avremo la possibilità di esprimere orientamenti generali ed eventualmente pareri su alcune questioni specifiche ma senza occuparci della gestione diretta”.

Per quanto riguarda i tempi, non è possibile fare previsioni esatte. I lavori sono in corso e dovrebbero durare ancora per un po’. Alla fine, però, Rebbio – e forse non poteva essere che Rebbio con Don Giusto – avrà una comunità per minori stranieri non accompagnati tutta nuova.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 Commenti

  1. Non possono farla in Svizzera perché le autorità svizzere, in spregio al diritto internazionale e a numerosi accordi e trattati anche da loro firmati, intercettano i minori al confine italo-svizzero e li rispediscono in Italia.
    Poi, gli svizzeri, anziché far pressione sul loro Governo perché rispetti il diritto risolvono il tutto spostando il problema altrove, così si lavano la coscienza.
    Carlo Crocco ? Lodevole, ma è uno. Gli svizzeri sono più di 8.000.000

  2. Antonio non ha tutti i torti, comunque la nostra Fondazione ha progetti anche in Svizzera oltre che in paesi in via di sviluppo ed io sono Italiano e anche Svizzero e quasi tutta la mia famiglia abita in Italia. Carlo

  3. non capisco perchè gli svizzeri non lo fanno in Svizzera il centro per minori, forse per i soliti motivi…..meglio in casa d’altri!

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