I toni sono meno furibondi rispetto al presidente nazionale di Anci, Antonio Decaro, ma la sostanza è la stessa.
Lo scontro è pesantissimo, parliamo del punto del nuovo Dpcm Conte che in prima battuta dava solo ai sindaci la possibilità di istituire coprifuoco nelle vie e nelle piazze della movida.
Passaggio spiegato anche dal premier ieri sera in diretta che però nella notte è stato modificato. Al momento sembrerebbe che la decisione circa eventuali mini-lockdown sarà presa in concerto da sindaci e prefetti.
Chiediamo dunque a Mauro Guerra, presidente di Anci Lombardia e sindaco di Tremezzina. “C’è una questione di metodo, cioè che non si è mai discusso di questa cosa – dice – poi ce n’è una di merito, ordinanze spot del genere non sono la soluzione, sono ingestibili e rischiano solo di generare nomadismo urbano”.
Dunque evidenzia: “Servono provvedimenti concordati, generali e condivisi”. Tema al centro, oggi pomeriggio, del vertice regionale dove i sindaci e Anci incontreranno il presidente lombardo, Attilio Fontana. “Riteniamo più giusto – sottolinea Guerra – assumere provvedimenti a livello regionale, con un messaggio univoco, serio e gestibile”.
L’idea di delegare ai soli primi cittadini “E’ inapplicabile e rischia di essere inefficace, non si può scaricare random sui sindaci. Noi ci prendiamo le nostre responsabilità ma in questo momento sanitario sono opportune misure condivise”.
Nella notte poi dopo la durissima presa di posizione di Antonio Decaro, presidente nazionale di Anci, il testo del Dpcm è stato modificato. L’orientamento, si diceva, è di delegare le decisioni sulle chiusure a prefetture e municipi ma i sindaci invocano chiarezza.
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