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Migranti, il ministro svizzero: “Chiasso non è Lampedusa”. E sui centri all’estero: “Noi abbiamo un’etica”

Migranti al confine della Svizzera: tema caldo, ovviamente anche per l’Italia. Oggi sulla questione è intervenuto il ministro svizzero della Giustizia, Elisabeth Baume-Schneider, che ha indirettamente risposto anche ai crescenti malumori della popolazione ticinese per il fenomeno. Nel colloquio con il giornale “NZZ am Sonntag”, riportato da molti media ticinesi, il ministro della Confederazione ha innanzitutto annunciato che per il 2023 oltreconfine vengono già previste circa 28mila domande di asilo, sostanzialmente sulla stessa linea di quest’anno.

Circa il fatto se la Confederazione intendesse valutare azioni sul modello del governo italiano, che intende costruire centri per il rimpatrio dei migranti in Albania, il ministro svizzero è stato nettissimo: “Abbiamo un’etica, abbiamo uno Stato costituzionale – ha detto Baume-Schneider alla NZZ am Sonntag – non possiamo perseguire una politica che non sia compatibile con le nostre basi giuridiche”.

Infine, Baume-Schneider, pur riconoscendo che una parte della popolazione è preoccupata per il gran numero di persone che attraversano il confine svizzero, in molti casi provenienti dall’Italia, ha smorzato i toni affermando testualmente che “Chiasso non può essere paragonata a Lampedusa”.

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3 Commenti

  1. l’etica del respingimento notturno di minori non accompagnati abbandonandoli in mezzo ai boschi, anche se il diritto internazionale lo vieta !
    Certo che leggere di uno svizzero che scrive di etica mi ricorda Buscetta che negava l’esistenza della mafia.

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