“Nell’ultimo anno, nonostante la tragica situazione, il turismo non è calato, come successo in altre zone, anzi credo che sia aumentato, molti hanno preferito un turismo di prossimità”.
Sono le parole sorprendenti, che danno quasi un barlume di speranza per il futuro, di Marcello Grandi, sindaco di Alta Valle Intelvi dal 2017, riguardo l’impatto che la pandemia ha avuto, e sta avendo, sul piccolo borgo. Il Comune nasce pochi anni fa, dalla fusione di Lanzo Intelvi, Pellio Intelvi e Ramponio Verna; e fa di trekking, sci ed escursionismo i propri punti di forza per attrarre sempre più turisti e magari anche villeggianti.
“Per quanto riguarda le seconde case abbiamo avuto un grande afflusso – spiega – infatti molte persone, che prima stavano complessivamente solo un paio di mesi, ora restano per periodi più lunghi, c’è addirittura anche chi è rimasto praticamente tutto l’anno”.
Insomma, tutto sommato si è arrivati a registrare un bilancio positivo a fine anno; se non fosse stato per lo sci. Sul monte Sighignola infatti, ogni inverno è aperta una celebre pista da discesa: “È stata una beffa clamorosa – ricorda Grandi – questi mesi ha nevicato tantissimo, dopo tanti anni, e purtroppo si è potuto praticare solamente lo sci di fondo, riducendo drasticamente il possibile afflusso”.
Per quanto riguarda le attività locali, secondo il sindaco, non c’è stato per tutte un così grosso calo rispetto ad altri Comuni: “Credo che le attività che hanno sofferto più di tutte siano bar, ristoranti e alberghi – spiega – sono state molto penalizzate nonostante fossero un settore molto organizzato dal punto di vista igienico e sanitario al contrario di altri, come i mezzi pubblici, che erano affollatissimi”.
Non mancano poi gli interrogativi alle istituzioni sui provvedimenti presi negli ultimi mesi: “A oggi i contagiati nel Comune di Alta Valle Intelvi sono solamente quattro e siamo in zona rossa – denuncia – non so se possa essere una soluzione praticabile, ma avrei preferito che le suddivisioni del territorio, per quanto riguarda le zone colorate, non fossero a livello regionale, ma più ristrette”.
Anche se complessivamente il sindaco non critica del tutto gli organi competenti: “In linea di massima possiamo comunque ritenerci soddisfatti, ristori a parte; abbiamo aderito a qualsiasi finanziamento pubblico e progetto possibile, tra cui il Coc (Centro Operativo Comunale, Ndr), utilizzato per fronteggiare l’emergenza”.
Insomma la situazione, soprattutto dal punto di vista economico, alcuni settori a parte, sembra abbastanza stabile; inoltre arrivano ottime notizie per tutti gli abitanti di Alta Valle Intelvi e non solo: “Per quanto riguarda il piano vaccinale siamo a buon punto – conclude Grandi – insieme al Comune di Centro Valle Intelvi ci siamo organizzati per rendere possibile la somministrazione delle dosi direttamente sul territorio. Si tratta di un piano che si avvierà in brevissimo tempo”.
Sighignola: 2 anni di stop, danno per impianti e scuola
Un’immensa distesa di neve, silenziosa come non mai. Questo lo scenario che i gestori dell’impianto sciistico del Monte Sighignola, in Alta Valle Intelvi, e i titolari dell’omonima scuola di sci si sono trovati di fronte in piena pandemia. Ma soprattutto in un periodo che normalmente rappresenta l’alta stagione per lo sport invernale.
Per il secondo anno consecutivo, infatti, l’unico impianto sciistico comasco attivo non ha potuto accogliere famiglie, appassionati e turisti a causa delle chiusure imposte per via del Covid.
“Per noi la mancata apertura ha avuto un impatto molto grande a livello turistico – spiega Ernesto Maglia, per tutti Tino, gestore degli impianti – avremmo fatto una stagione strepitosa, tanta era la neve che avevamo. Avremmo anche risolto tanti problemi economici a livello di mutui, infatti tre anni fa abbiamo investito nello skilift ma se non si lavora non si può ripagare l’investimento”.
E le perdite della mancata apertura del 2021 si sommano a quelle del 2020, altro anno saltato per la Sighignola. “In una stagione ottimale accogliamo dalle 500 alle 1.000 persone nel weekend – osserva Tino – e quest’anno, con l’innevamento e il bel tempo che c’è stato nei vari fine settimana, avremmo lavorato molto bene. Dobbiamo solo sperare nel prossimo anno, alla fine è da tre anni che siamo fermi. Nel 2019 non c’era abbastanza neve, nel 2020 abbiamo sciato un giorno e poi ci hanno fermati, nel 2021 la sera prima ci hanno detto di non aprire”.
E conclude: “Abbiamo investito risorse per battere le piste e sistemare tutto. A fronte di tutte le spese, però, da quel che si sente in giro temo che non ci daranno aiuti”.
Oltre al danno per i gestori degli impianti, anche la scuola di sci Società Monte Sighignola ha subito il contraccolpo della chiusura. “Sono due anni che non apriamo – spiega Flavio Molteni, direttore della scuola – purtroppo però le spese ci sono tra assicurazioni, corsi di aggiornamento per i maestri e manutenzione. Ma non abbiamo ricevuto nemmeno un euro, nessun ristoro o bonus. Così non è facile andare avanti”.
Gli fa eco Claudio Saldarini, che gestisce le iscrizioni dei ragazzi: “Facciamo tanti corsi per i bambini, anche con le scuole, al fine di avvicinarli allo sport – afferma – proprio loro hanno risentito molto della mancanza delle attività sportive. Per noi come società è una grande perdita, ne stiamo risentendo un po’ come tutte le aziende. Ogni anno accogliamo dai 200 ai 300 ragazzi ai corsi e abbiamo 15-20 maestri di sci, anche per loro la situazione è drammatica”.
Thomas Usan e Tania Gandola
Un commento
Che coraggio, soprattutto quante balle…