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Piccola Garzeno, cuore grande e dolcissimo: “Addio Liliana, Regina del Braschino”

Pur senza conoscerla direttamente, le eravamo affezionati un po’ anche noi in redazione. Per un ricordo professionale e dolce, naturalmente: era il 20 aprile 2018 e l’avventura di questa testata era all’inizio.

Quel giorno, però, pubblicammo una delle storie che per lunghissimo tempo fu tra le più lette in assoluto e che rimase nel cuore di molti. Era la famosa disfida del Braschino o forse meglio sarebbe dire la dichiarazione di guerra (zuccherata e inoffensiva) alle imitazioni dell’inimitabile dolce tipico di Garzeno da parte del sindaco del paese, Eros Robba. Un articolo in tono scherzoso ma, in realtà, su una questione serissima, quasi sacra per Garzeno.

Garzeno vs Valtellina. La guerra all’ultimo fico di Eros : “Il Braschino è solo nostro”

E chi fu, quel giorno – e chi lo è stato per intere generazioni del paese – il volto simbolo della tradizione, delle radici gastronomiche del luogo, della realizzazione del Braschino perfetto, assoluto? Ma ovviamente lei, la regina del Braschino, Liliana Mazzucchi, nella sua bottega tappa inevitabile per chiunque cercasse la bontà e l’ortodossia senza compromessi del dolce (e non solo del dolce, naturalmente).

Nella foto, Liliana era assieme al giovanissimo sindaco Robba: il Braschino come ponte generazionale, insomma. Ed è per tutti questi motivi che oggi pubblichiamo il bellissimo tributo alla Regina del Braschino apparso sulla pagina Garzeno, che racchiude il senso intero di una singola vicenda umana dentro il racconto di una comunità.

Il testo di seguito.

Garzeno oggi perde una delle figure che rimarranno per sempre legate alla storia del paese.
Una storia fatta di operosità e di genuinità, due doti che non mancavano alla mitica Liliana.
Tutti continueremo a ricordarla lì, dietro al suo bancone, con il suo grembiule infarinato e la penna a portata di mano perché il registratore di cassa non serve a chi continua a lavorare in una bottega ricca di storia e di tradizione.

E davanti a quel bancone sono passate intere generazioni, dai bambini che prima di andare a scuola trovavano lì la migliore focaccia o la miglior pizza possibile, alle nostre mamme e alle nostre nonne che iniziavano la giornata andando “a prueed” da lei.

Davanti a quel bancone sono passati i volti sorridenti di chi già sapeva di non uscire deluso, insieme a quei prodotti così legati alla sua persona da portarsene dietro il nome: il braschino “della Liliana”, i cannoncini “della Liliana”, il panatel “della Liliana”. Prodotti unici e irripetibili, proprio come lei.

Lei che dietro a quel bancone non mancava mai, e quando mancava passava solo una manciata di secondi dal suono del campanello collegato alla porta…e lei era lì, con il suo indimenticabile “Arrivo!” gridato dalla sua cucina o con un vassoio appena uscito da quel forno in cui era e rimarrà una presenza costante.

Di lei ricorderemo sempre la dignità con cui portava quel grembiule, quasi fosse una seconda pelle, e l’amore per il lavoro e il sacrificio. La ricorderemo come la colonna portante della sua famiglia, della sua attività, della nostra comunità.

E come una vera comunità ora ci stringiamo attorno a Rosanna, Antonio e a tutti i familiari…perché il vuoto è così grande e così improvviso che solo unendoci riusciremo a riempirlo.

Uniti come un popolo che saluta la sua “regina”, perché anche se lei non avrebbe gradito troppi complimenti, ora che non ci sente possiamo dirlo: Garzeno oggi perde “la regina del braschino”.

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