Alla fine di ottobre l’Associazione Islamica Assalam di Cantù aveva vinto al Tar ottenendo così di poter riaprire la moschea in città (qui la cronaca). Una vicenda politico-giudiziaria che si snoda nelle cronache degli ultimi anni. Ora un nuovo capitolo la decisione del Tribunale Amministrativo era stata impugnata e oggi il sottosegretario comasco del governo Meloni Nicola Molteni (Lega) fa sapere che il Consiglio di Stato ha sospeso la moschea.
Ecco quanto comunica in una nota:
Bene, anzi benissimo la decisione del Consiglio di Stato sulla moschea abusiva di Cantù di sospendere la sentenza di primo grado, che conferma, per ora, la nostra coerente linea politica, amministrativa e culturale a tutela della legalità e del rispetto della legge. È stato opportuno, come ho sempre sostenuto, impugnare la decisione del TAR, a beneficio dell’intera comunità canturina, della sicurezza del territorio e del principio di rispetto dei valori costituzionali.
Rimango convinto che, senza intese costituzionali ex art. 8 della “Carta Fondamentale” con lo Stato italiano, le comunità islamiche non possono arbitrariamente pretendere luoghi di culto senza una preventiva determinazione di rispetto dei valori e dei principi del nostro ordinamento tra i quali la parità uomo-donna.
Una battaglia, quella contro la moschea cittadina, politica e culturale oltre che giuridica, di civiltà e di identità dalla quale mai arretreremo. La convivenza religiosa non si esercita nella plateale violazione dell’ordinamento nazionale e dei valori del mondo occidentale, e la rivendicazione dei diritti si deve sempre accompagnare al rispetto dei doveri in una logica di reciprocità.
Sulla stessa linea il sindaco di Cantù, Alice Galbiati: “Siamo soddisfatti che il Consiglio di Stato riconoscendo la complessità della vicenda, abbia voluto rinviare la decisione non prendendola in questa sede e ritenendo, quindi, necessario un ulteriore approfondimento. Sottoscrivendo le parole dell’Onorevole Molteni, confidiamo che l’udienza del prossimo marzo possa confermare la correttezza della linea adottata dall’Amministrazione comunale, a beneficio dell’intera comunità canturina e nel rispetto dei principi costituzionali”.