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Moschea di Cantù, gli islamici al sindaco: “Galbiati mantieni la promessa, vediamoci”

Ricorderete bene la premessa. La Marcia della Pace organizzata (anche) a Cantù lo scorso 26 gennaio aveva fatto esplodere polemiche ferocissime.

Casus belli, la decisione di far partire il corteo dal Centro Culturale di Assalam, associazione islamica.

Una scelta altamente simbolica, il capannone di via Milano è stato per due anni al centro di fortissimi scontri anche giudiziari. Poco tempo fa la Corte Costituzionale, infatti, ha cancellato due disposizioni urbanistiche lombarde sancendo che hanno irragionevolmente limitato la libertà di professare un culto.

Poi, pochi giorni prima della Marcia il sindaco del paese, Alice Galbiati, aveva deciso di boicottare la prima tappa.

In queste ore l’associazione Assalam ha diffuso una nota dove chiede al sindaco “che ha pubblicamente dichiarato […] di voler ascoltare i cittadini musulmani, fissi una data per un incontro. Incontro necessario per ridefinire le modalità di utilizzo della sede di Assalam, a seguito della sentenza della Corte costituzionale.

Ecco il comunicato:

Dopo il successo della Marcia della Pace nuove speranze di dialogo con l’amministrazione comunale. La Marcia della Pace di domenica 26 gennaio 2020 ha testimoniato concretamente che il percorso di dialogo e comunione di intenti tra mondo islamico e cristiano continua e sta dando i suoi frutti: uniti nei valori della solidarietà e del rispetto reciproco, tutti i manifestanti hanno sfilato per promuovere la pacifica convivenza e la tolleranza.

Il Centro culturale di Assalam di Cantù ha offerto piena collaborazione all’iniziativa promossa dal Decanato Cantù-Mariano Comense: infatti è proprio davanti alla sede dell’associazione che si sono riuniti i 1500 partecipanti che hanno poi dato il via alla marcia.

Ora si spera che l’amministrazione comunale, che ha pubblicamente dichiarato nella persona della sindaca Alice Galbiati di voler ascoltare i cittadini musulmani, fissi una data per un incontro. Incontro necessario per ridefinire le modalità di utilizzo della sede di Assalam, a seguito della sentenza della Corte costituzionale.

In questi giorni l’Associazione ha predisposto un’istanza, rivolta al Comune, con la quale chiede che la vicenda giudiziaria si concluda invece che con una sentenza, con il dialogo.

Il senso dell’iniziativa è quello di garantire i diritti nel rispetto delle regole.

(Immagine del centro culturale: Gmaps)

 

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