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Attilio porta genio e foto di Terragni a Roma. Poi triplo plauso: “A Minghetti, Cioffi e Maesani”

“Dopo anni di disastri, finalmente è arrivato qualcuno che fa funzionare le cose”. Parola di Attilio Terragni, il “cattivissimo” Attilio Terragni, colui che negli ultimi anni non ha mai risparmiato critiche feroci all’amministrazione comunale rea, ultimo misfatto in ordine di tempo nel suo libro nero, di aver abbandonato al suo destino quel capolavoro del suo avo Giuseppe Terragni che è l’Asilo Sant’Elia, chiuso ormai dal 2019.

E a fargli sotterrare (anche solo temporaneamente, conoscendolo) l’ascia di guerra è stata lei, l’assessore alla Cultura Livia Cioffi. E galeotta fu la mostra “Giuseppe Terragni: la guerra, la fine”, appena inaugurata a Roma presso la Facoltà di Architettura della Sapienza e curata proprio dall’architetto comasco con Valerio Paolo Mosco.

Mostra che, dopo Roma, Venezia e probabilmente Milano approderà finalmente a Como per la data conclusiva sancendo una sorta di “cessate il fuoco” che rispedisce al mittente qualsiasi ipotesi di polemica contro la città ingrata nei confronti di uno dei massimi esponenti del Razionalismo.

“Ormai sull’Asilo Sant’Elia non mi esprimo più. Dopo tanti anni di abbandono è diventato una rogna pazzesca di cui speriamo si farà carico la prossima amministrazione, mi limito ad aspettare – dice Terragni – Quando mi sono incontrato la prima volta con l’assessore Cioffi non avevo grandi speranze invece ho trovato una persona decisa che ha preso in mano la situazione. Ci vogliono gli uomini giusti al posto giusto”. O le donne, verrebbe da dire visto che anche la candidatura a sindaco di Barbara Minghetti sembra piacergli: “E’ una bellissima notizia – dice – a Como sono tre le donne che possono tirarci fuori da questa palude: Cioffi, Maesani e naturalmente Minghetti, ma solo se i partiti non condizioneranno la scelta dei tecnici, se no saremo punto a capo”.

 

Nell’attesa di scoprire quale sarà la prossima amministrazione, però, in primavera negli spazi espositivi della Biblioteca, arriverà questa mostra che è un vero tesoro fatto di scatti inediti realizzati da Giuseppe Terragni durante la guerra in Jugoslavia e la Campagna di Russia, a cui fu chiamato nel 1941 e da cui tornò due anni dopo fortemente provato tanto da morire poco dopo.

“Quello che viene esposto è uno spaccato di quel mondo, un patrimonio di immagini che non è mai stato veramente guardato fino a oggi, ma solo considerato per il suo valore documentale – spiega Terragni – in realtà, ogni scatto è quasi un quadro, non è la visione di un semplice soldato ma di un artista in guerra”.

E ad accompagnare il visitatore, alcune delle lettere scritte ad amici come Luigi Zuccoli e Mario Radice lette da una voce narrante e due proiezioni: la piece teatrale a firma dello stesso Attilio Terragni “Lasciatemi andare” e il video “From there we came outside and saw the stars” realizzato dall’artista Vincent Ceraudo all’Asilo Sant’Elia durante il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti del 2018.

Infine, a dimostrazione di come dalla mente immaginifica e sensibile di un artista possa nascere la bellezza anche dal peggiore degli orrori, ecco esposti anche i progetti realizzati da Terragni da militare e dal fronte come Casa Giuliani Frigerio, il progetto per la Cortesella e quello per il recupero di Casa Vietti a Como, la Casa del Fascio di Roma, la Casa del Fascio di Lissone, il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi all’E42 e il suo ultimo lavoro incompiuto, il Progetto per una Cattedrale.

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