A volerla ridurre facilefacile, diremmo che “non v’è due senza tre”. Cioè: se a un evento ne segue un altro di pari fortuna, è plausibile se ne verifichi un terzo di portata analoga, talvolta superiore. La saggezza popolare è, sia detto seriamente, sempre grande.
Infatti.
Dopo piazza De Gasperi (contesa aperta cinque anni fa, emersa da qualche settimana, approdata oggi a Palazzo di Giustizia) e piazza Volta (contestazione depositata a marzo di quest’anno, di cui abbiamo dato conto pochi giorni fa) ecco che spunta un nuovo caso. E non è un caso, appunto, che emergano (pubblicamente) in sequenza queste storie. Sempre attingendo all’immaginario folk: una ciliegia tira l’altra, indipendentemente dall’ordine cronologico con cui sono spuntate (le ciliegie o le vicende).
I fatti.
Un nuovo residente si scaglia contro il rumore serale e notturno. Succede in piazza Mazzini, l’esposto è stato presentato a giugno dello scorso anno e la procedura – di fatto: indagini, verifiche, rilievi fonometrici e tentativi di conciliazione – è ancora in corso.
Contagio: esposto antimovida anche da Piazza Volta. “I pavimenti tremano”
Un contagio che si propaga di zona in zona e che lentamente sembra riportare al secondo mandato del sindaco Stefano Bruni (27 maggio 2007 – 21 maggio 2012) che sfociò nella ben nota Ordinanza anti-movida, con coprifuoco serratissimo. Poi cancellata dopo i ricorsi.
Il residente di piazza Mazzini, nel documento protocollato, non contesta tanto la vita all’esterno, in strada, quanto la musica suonata all’interno di uno dei locali della zona che “si sente in tutta la casa tutte le sere della settimana e in particolare nei prefestivi e nei giorni che vanno da giovedì a domenica dalle 21 all’1.30 della mattina“.
MOVIDA, PROTESTE: TUTTI I CASI CITTADINI
Il Comune ha già attivato Arpa (Agenzia Regionale per l’Ambiente) per le indagini acustiche ed è in attesa degli esiti per capire come procedere. Chiusa l’istruttoria verranno decisi eventuali atti amministrativi. Comunque, come sempre, sono in corso tentativi di conciliazione.
Sul fronte generale, per il momento, non sarebbero depositati altri atti analoghi. Cioè i casi movida ufficialmente noti a Palazzo sono quelli delle tre piazze. Appunto: De Gasperi, Volta e Mazzini. Tutti gli altri esposti sono di natura meno pubblica: condizionatori fastidiosi, rumori di macchinari, cucine schiamazzanti posizionate sotto case dei residenti.
Un commento
a volte manca la capacità di capire le altrui esigenze. se è giusto che un’attività commerciale possa essere in condizione di lavorare, con musica ed eventi, è anche giusto che un residente possa vivere tranquillamente. per cui il residente dovrebbe essere comprensivo e magari sopportare qualche disagio magari nei fine settimana…ma chi gestisce un’attività commerciale dovrebbe capire che la musica può essere mantenuta ma ad un volume minore e magari prendersi qualche responsabilità e verificare che i propri clienti non disturbino facendo eccessivo chiasso. senza un po’ di buonsenso e civile convivenza non si arriva da nessuna parte, o al limite in tribunale.