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Lenno: il Duce all’ingresso, i camerati a tavola. Il ristoratore: “Fascista? Amo solo la donna”

“Le pareti “decorate” da ricordi di Predappio e altra paccottiglia fascista; immancabili i cartelli di carattere sessista. La zona è turistica e le attività sane non mancano. Questa evitiamola”.

Così si legge nel gruppo Facebook “I Sentinelli di Milano” nel cui mirino, secondo quanto riportato dal sito di informazione Open, è finito l ristorante-pizzeria “Il Cris” di Lenno.

Il locale,  come segnalato da alcuni utenti della pagina,  sarebbe infatti “reo” di esporre oggettistica filo-fascista e di aver ospitato il “pranzo cameratesco” a seguito delle commemorazioni per la morte di Benito Musslini tenutesi a Giulino di Mezzegra il 28 aprile scorso.

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“Non sono di sinistra e non sono un sindacalista che vive di sussidi alle spalle della gente. Nella vita ho sempre lavorato. Se ho un filo di idea politica questa tende alla destra ma non sono fascista, né tantomeno un fanatico” dichiara il titolare del ristorante, Ivan Bordoli, ribattendo alle critiche e spiegando la presenza dei cimeli littori.

“Qualche anno fa mi hanno regalato delle targhe con alcune frasi del duce. E’diventata una specie di tradizione che i clienti portassero altri oggetti di questo genere. Poi mi sono stancato e ho chiuso tutto in un scatolone. Ho lasciato solo quattro foto regalatemi da un reduce della Seconda guerra mondiale” spiega Bordoli. 

Di queste quattro foto, come spiega il titolare, due ritraggono Benito Mussolini a cavallo e in costume sul lungomare di Rimini. Le altre raffigurano la flotta della Marina Italiana nel Golfo di Napoli.

“Sono aperto al dialogo al punto che ho anche esposto una bottiglia di vino con sopra la faccia di Stalin – continua Bordoli –  sono una persona ponderata e serena. Se qualcuno ha da ridire su questo tipo di oggetti non sono problemi miei purtroppo. Se il locale non è di loro gradimento possono andare altrove”.

Per quanto riguarda il “pranzo cameratesco” del 28 aprile scorso, Bordoli tiene a sottolineare come si sia trattato di un banchetto come tanti altri.

“Mi hanno chiesto di organizzare il banchetto. Sono state distribuite delle locandine con il nome del ristorante ma non è stata una mia iniziativa. La comitiva è arrivata e il pranzo si è svolto regolarmente – spiega il ristoratore, che dice di non vedere alcun problema nell’aver ospitato chi ha preso parte alla commemorazione della scorsa primavera – è lavoro tanto quanto un banchetto per un pensionamento, una cresima o una comunione”.

Foto dal gruppo Facebook “I Sentinelli di Milano”

Tra le critiche social, alcune sono state dirette al contenuto di altri cartelli appesi nel locale.

“Sono un amante della donna piuttosto che della politica. Dove c’è politica c’è guerra – si difende Bordoli – se alla gente questo può dare fastidio consiglio di pensare di più alle donne o agli uomini. E lo dico con tutto il rispetto anche per i miei tanti amici gay. Non so quale sia il problema”.

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8 Commenti

  1. I Sentinelli? E chi sono? Colleghi delle Sarducole? Andate a zappare, poveretti! Il sessismo è nella vostra testolina formata da un solo testicolo. Solidarietà al ristoratore.

    1. Benito?!? Attacca a cosa…?!? Appendere, appeso? A piazzale Loreto?!?…caso surreale!! È proprio il morto che parla in casa dell’impiccato…..??

  2. Grande Operazione Comunicativa la segnalazione dei Sentinelli su Fb,ripresa anche dalla stampa nazionale. Prevedo il tutto esaurito per i prossimi mesi, altro che chiusura. E’ stato l’ennesimo autogol dei “cani sciolti della sinistra disorganizzata”, pari al “tormentone” inventato da due DJ left sulla Meloni, diventato il suo inno di battaglia e ripreso anche dal Times e che non pensavano di farle un favore, peraltro gratuito.
    Questo sbrago il Rosso Stalin non lo avrebbe certamente permesso.
    Cordialità.

  3. Dire la verità sulle cose per come stanno, dà fastidio a coloro che non la pensano come te; ovvero, i fascisti rossi : il nuovo che avanza perché il vecchio impresentabile PD, è stato rottamato.
    Molti nemici, molto onore.

  4. “Se il locale non è di loro gradimento possono andare altrove”.
    Certo che sì.
    Spero che chiuda i battenti.

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