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Nella storica tintoria comasca dove la metà dei dipendenti è under 30 (e si fa squadra con grigliate e basket)

Il vero problema non è trovare giovani da assumere. È preparare l’azienda ad accoglierli”. Matteo Valli, amministratore delegato di Iltep, storica tintoria tessile comasca (sede a Fino Mornasco) lo dice senza giri di parole. Da anni lavora per costruire una realtà capace di dare spazio e responsabilità ai più giovani. “Oggi il 50% dei dipendenti ha meno di 30 anni -ha spiegato Valli – il 10% tra i 30 e i 50, il 40% sopra i 50″. Ma per far funzionare davvero questo mix generazionale serve un cambio di mentalità prima di tutto nei lavoratori più esperti. Il gioco vero lo fai con gli anziani perché sono loro che devono trasferire le competenze ai giovani. Se non succede, puoi anche assumere ragazzi brillanti e motivati, ma li affianchi a chi non li vuole aiutare e li perdi. Il vero nodo è culturale. Serve un passaggio di testimone vero“.

“Chi dimostra impegno e capacità avanza, altrimenti resta dov’è”

Il progetto inizia dieci anni fa e oggi comincia a dare i suoi frutti: “Uno dei casi emblematici è quello di un ragazzo arrivato a 17 anni per uno stage estivo. Dopo la maturità mi chiese di essere assunto. Gli consigliai di continuare a studiare, ma era determinato a lavorare. Abbiamo costruito un percorso a tappe: obiettivi, formazione, aumenti legati ai risultati. Oggi ha 27 anni ed è il direttore tecnico della tintoria. Gli manca ancora esperienza, certo, ma l’esperienza arriva solo col tempo. Intanto sta crescendo, e il percorso lo vede protagonista”.

Tutti i giovani che entrano in azienda seguono un progetto chiaro di crescita, sia professionale sia economica. “Ma qui non si regala nulla – ha precisato Valli – chi dimostra impegno e capacità avanza, altrimenti resta dov’è”.

“Organizziamo grigliate e partite di basket, l’appartenenza è importante”

C’è però anche un’altra vittoria, forse ancora più difficile: far capire ai lavoratori più anziani che “trasferire le proprie competenze ai giovani non significa perdere qualcosa, ma costruire un valore più grande per tutti”.

Per coltivare questo spirito di squadra, Valli ha introdotto momenti di condivisione anche al di fuori dell’ambito lavorativo: cene, grigliate, degustazioni, serate culturali e partite di basket. “Per creare senso di appartenenza, serve un rapporto umano vero. E il senso di appartenenza è fondamentale per ottenere risultati economici e serenità sul lavoro”.

Il modello di Iltep si regge su tre pilastri: qualità, servizio e comunicazione. “Se questi tre aspetti funzionano – ha sostenuto l’amministratore delegato di Iltep – i problemi economici si risolvono da soli”. Ma le radici di questa pianta sono altre due: fiducia e letizia. “Se non si lavora in un ambiente sereno, con rapporti di fiducia reciproca tra collaboratori, fornitori e clienti, tutto diventa più complicato. È un percorso da costruire giorno dopo giorno, lavorando sull’individuo e sul gruppo”.

Il senso di appartenenza si concretizza anche in un simbolo tangibile: il vessillo aziendale, che riporta la frase ‘Chi vuol vincere vince’. “Una frase che ha due interpretazioni – ha spiegato Valli – quella dell’adrenalina del momento prima di una sfida, e quella del percorso lungo, fatto di impegno e ostacoli. È lo stesso messaggio che do ai miei ragazzi: vincere significa affrontare salite e cadute, ma chi ha un obiettivo chiaro, alla fine ci arriva. Al centro, campeggia l’immagine di un pesce siluro. Quando eravamo a Pusiano, la sede storica dell’azienda, era proprio vicino al lago, poi in seguito abbiamo comprato dei nuovi macchinari che si chiamano siluro allora ci siamo detti: mettiamoci il pesce siluro. Così è nato questo collegamento con le nostre origini. Poi subito sotto, la scritta Tintoria Iltep. Anche in questo caso, niente è lasciato al caso: Iltep è l’acronimo di Industria Lavorazioni Tessili Pusiano. Infine, un’altra scritta completa il vessillo: Schola tintoriale“.

Per Matteo Valli non si tratta solo di parole: “Mi piace l’idea che questa non sia semplicemente un’azienda, ma una vera e propria scuola. Qui non si viene solo a lavorare: si viene a imparare un mestiere, a crescere come persone e come professionisti, a stare insieme e a condividere un progetto”.

“Iltep continua ad investire nei giovani e non solo”

Nonostante il momento complicato per il tessile comasco, Iltep continua con il suo piano di investimenti: “Ci credo fortemente – ha sostenuto ValliIl futuro del tessile esiste. Noi continueremo a investire sui giovani e sul senso di appartenenza. Non mi interessa chi dice che i giovani non vogliono lavorare. La verità è che spesso chi lo dice non si è mai fermato davvero a parlarci. Certo, i giovani di oggi non accettano più certe logiche del passato. È finita l’era dei calci nel sedere e delle umiliazioni. Serve un altro approccio. Bisogna smettere di guardare indietro”.

Un altro luogo comune è quello della paura di formare giovani che poi se ne vadano: “E allora cosa facciamo? Non li formiamo nemmeno? Sarebbe come vedere una persona bellissima e pensare ‘meglio non provarci, tanto me la portano via’. Io voglio creare le condizioni perché chi lavora qui sia contento, non solo per i soldi, ma per un progetto condiviso. Chi se ne vuole andare, lo farà comunque. Ma chi resta deve avere un motivo per farlo, e quel motivo voglio costruirlo insieme a loro”.

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