Nello Scavo è un giornalista vero, dritto, totale, rigoroso, coraggioso. Un fuoriclasse.
Un fiore forte e radicale e dignitosissimo, in mezzo a quintali di pattume giornalistico, che fa ancora amare questo mestiere. Siamo molto seri.
Nello è uno dei pochi che ti fa dire sempre: “Devo imparare ancora”.
Nello Scavo, punta di diamante di Avvenire, non è solo un collega. E’ un generoso e sincero amico nostro, di questo giornale, lo ha dimostrato nei gesti, migliaia di volte, con uno slancio genuino, davvero inatteso, che ci ha commosso ogni volta.
Nello Scavo, orgoglioso siciliano comasco d’adozione, da oggi è sotto la protezione della Polizia.
Perché?
La decisione è stata presa dopo le minacce ricevute da Nello che, per il quotidiano diretto da Marco Tarquinio, ha pubblicato un’inchiesta dove ha raccontato, con drammatica precisione, il traffico di esseri umani dalla Libia:
La trattativa nascosta. Dalla Libia a Mineo, il negoziato tra l’Italia e il boss
Trattativa nascosta. Il viaggio del boss in Italia: Bija visitò altri centri migranti
Nello ha portato allo scoperto Abd al-Rahman al-Milad, l’aguzzino dei migranti noto come Bija.
Solo un anno fa, Nello Scavo ha ricostruito la centralità di Bija dando conto della sua presenza (documentata con immagini e racconti) durante l’incontro a Mineo tra rappresentanti italiani e libici che avrebbe portato a un’intesa sul blocco delle partenze di profughi in fuga verso il nostro Paese.
Scrive Repubblica: “Già l’anno precedente nei report dell’Onu si parlava di uccisioni di profughi nel campo di prigionia di Zawyat, in Libia, sotto il controllo dello stesso Bija e del suo clan”.
Nei giorni scorsi il viceministro dell’Interno, Vito Crimi, ha definito “intollerabili le minacce, neanche tanto velate, di Bija sia contro Nancy Porsia che contro Nello Scavo per l’inchiesta che sta conducendo per Avvenire. Invece di rispondere nel merito accusa il governo italiano di affermare il falso e oltremodo attacca chi cerca di fare luce sulla sua visita in Italia anche se indicato come trafficante di esseri umani”.
“La notizia che apprendiamo ci addolora molto”, dicono da Articolo 21. “Non bastavano le mafie e i terroristi – si legge – adesso anche i trafficanti di vite umane minacciano la libertà di informazione. A Nello, amico oltre che collega, va il nostro abbraccio”.
Vicinanza e affetto anche dal Cdr di Avvenire, con l’appello della Federazione nazionale della Stampa italiana e l’Associazione Lombarda dei Giornalisti: “Ora è ancora più necessario – dicono dal sindacato – che tutti i media riprendano e approfondiscano le inchieste di Nancy Porsia e di Nello Scavo sui trafficanti di esseri umani, anche per fare da ‘scorta mediatica’ ai colleghi che, siamo certi, non si lasceranno intimidire e anzi dedicheranno ancora più passione e impegno alla ricerca della verità”.
E’ inutile replicare un ritratto giusto, basta riproporlo. In occasione del premio conferito da Articolo21 a Nello, scrivevamo:
Nello scavo è un collega di quelli bravi. Penna preziosa ma, più di tutto, reporter capace di incarnare profondamente il senso del racconto, dell’inchiesta, della scoperta.
Nello Scavo nobilita un mestiere troppo spesso unilaterale, fagocitato da desk saturi di comunicati stampa, sempre più incapace di mediare e equilibrare il potere, inchiodato nelle redazioni.
Dopo gli esordi a Catania per “La Sicilia” e le collaborazioni con alcune testate nazionali, dal 2001 è giornalista di “Avvenire”. Reporter internazionale, cronista giudiziario, corrispondente di guerra, collabora con diverse testate estere.Le sue inchieste sono state rilanciate dalle principali testate del mondo, fra cui The New York Times, The Washington Post, The Independent, Le Monde, Huffington Post, La Croix, BBC, CNN, Clarin, La Nacion, El Pais, El Mundo e altri. Negli anni, ha indagato sulla criminalità organizzata e il terrorismo globale, firmando servizi da molte zone “calde” del mondo come la ex-Jugoslavia, la Cambogia e il Sudest asiatico, i paesi dell’ex Urss, l’America Latina, il Corno d’Africa e il Maghreb.
Nel settembre 2017 è riuscito a introdursi in una prigione clandestina degli scafisti libici, raccontando in presa diretta quali siano le condizioni dei migranti intrappolati. Nel 2016, dopo aver percorso e raccontato per oltre un anno la rotta terrestre dei Balcani, insieme a carovane di profughi, è stato in Siria scoprendo le catacombe dove sono tornati a vivere i cristiani sotto i bombardamenti. Nel 2011 è stato tra i primi al mondo a entrare insieme a CNN, Reuters e New York Times nella città di Mogadisho, mentre la capitale somala veniva devastata da una nuova ondata di combattimenti.
Tra gli altri, ha scritto “La lista di Bergoglio” (Emi, 16 lingue – 60 paesi) “I sommersi e i salvati di Bergoglio” (Piemme-Mondadori, tradotto in oltre 20 paesi). “Perseguitati” (Piemme-Mondadori, in via di traduzione per l’estero). “Bergoglio e i libri di Esther. L’amicizia tra il futuro papa e la rivoluzionaria desaparecida” (Città Nuova, 2017). L’ultimo libro è “Fake Pope. le false notizie su Papa Francesco” (San Paolo, 2018).
Il resto, lo trovate qui:
2 Commenti
Al giornalista sig. Nello Scavo solidarietà per le minacce ricevute, grazie per la Sua professionalità e di tutta la redazione di Avvenire e dei media che difendono la Vita dalla nascita alla morte . Cordiali saluti e buona domenica.
Grande UOMO e illustre giornalista , un onore averlo conosciuto