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Nessuno vuole fare l’autista: tra Asf e autotrasporto nel Comasco ne mancano mille. Colato (Fai): “Più incentivi”

Solo pochi giorni fa, era il 21 dicembre, davamo la notizia di come Asf Autolinee, società di trasporto pubblico con 500 dipendenti fosse alla ricerca di 25 autisti da inserire in organico ( qui i dettagli).

Ebbene la carenza di guidatori è un problema molto serio anche nel settore del trasporto commerciale. Davanti al crescere della domanda, legata proprio al trasporto di merci e altri materiali su gomma, non c’è un’adeguata offerta.

Anzi la situazione è critica. “L’ammanco di autisti in Italia si aggira sulle 200mila unità e nel nostro territorio, tra Como e Lecco siamo oltre i mille autisti mancanti”, spiega Giorgio Colato, presidente della Fai, l’associazione interprovinciale degli autotrasportatori di Como e Lecco. E se i maggiori vincoli burocratici per svolgere questa attività, unitamente alla fatica di un simile mestiere sono tra i fattori determinanti, va anche sottolineato come ormai “i giovani non siano più attirati da questo mestiere. In passato, ad esempio, molti imparavano a guidare i camion durante il servizio militare e poi una volta tornati a casa facevano l’abilitazione e avevano così un lavoro – spiega Colato – Oggi è tutto molto più complicato”.

A partire dalle spese che bisogna sostenere per ottenere la patente idonea. “Si arriva anche a 5 o 6mila euro con tutti i vari adempimenti. Ecco perché le aziende cercano di invogliare i giovani offrendosi di coprire i costi della patente”. Ma si tratta di un problema serio anche perché con meno mezzi in circolazione i ritardi si sommano, come ad esempio nella consegna delle materie prime. Fatto oggi molto sentito. Nel comasco le aziende di trasporto sono circa 3mila e in media hanno circa 5 camion.

“Considerando due autisti in media per ogni mezzo, i conti sono presto fatti. E’ necessario che Regione Lombardia, con la quale siamo in contatto e stiamo analizzando la situazione e anche la Camera di Commercio intervengano con sostegni mirati, come contributi proprio per pagare le spese di abilitazione”, chiude Colato che per rinforzare l’allarme circa la situazione critica cita un ultimo esempio. “Si tratta di una realtà complessa e difficile anche altrove non solo da noi. Basti pensare che in una nazione come la Polonia che da sempre forniva all’Italia molte risorse, la carenza di autisti si attesta su circa 100mila unità”.

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4 Commenti

  1. Come al solito mi sembra di leggere che certi soggetti istituzionali parlino a vanvera senza nemmeno conoscere minimamente il problema, sicuri delle loro poltrone calde calde, totalmente distaccati dalla realtà che pretendono di rappresentare.
    Il problema serebbe il costo delle patenti? AH AH AH…..
    Non è che magari il problema è iniziato dal 2007 con l’apertura di Schengen verso est che ha inondato la UE di manodopera a basso costo, l’abuso del distacco transnazionale, le finte delocalizzazioni, gli abusi di contratti farsa come le cooperative di comodo, le aziende italiane costrette a viaggiare al pari delle imprese dell’est solo per tenere la concorrenza, a 90 centesimi al km quando il solo gasolio costa ormai 1,60 euro al litro, il mancato controllo sul cabotaggio irregolare, i contratti stranieri illegalmente applicati in Italia da più di dieci anni, gli stipendi che solo in Italia dal 1990 sono diminuiti del 30% mentre nei paesi esteri come la Lettonia, l’Estonia , la Lituania e la Polonia sono cresciuti in media tra il 30 e il 250% ( chiedetevi il perché la maggior parte dei mezzi pesanti circolanti nella Ue sono immatricolati proprio in quei paesi ), la concorrenza sleale, l’abuso e lo sfruttamento del dumping salariale………..devo andare avanti o a lor signori può bastare ? Dove stavano fino ad ora ? Si svegliano solo quando le bestie sono scappate dal recinto ? Secondo certa gente basta regalare loro la patente per risolvere il problema ? Cambiate mestiere che fate più bella figura.

  2. Care imprese di trasporto mettetevi una mano sulla coscienza & l’altra al portafoglio, vedrete già da subito ci sono più autisti disponibili che di quelle che possiate immaginare..

  3. Al di là del RDC, i lavoratori vanno pagati il giusto e fatti lavorare in condizioni di sicurezza. Nei settori dove c’è carenza, mi pare che spesso manchino le suddette condizioni.

  4. Immagino che vi sia stato un crollo nel concedere il RdC, visto la mole di richiesta di lavoratori non solo nell’autotrasporto ma anche in varie attività artigianali, alberghiere e agricole.

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