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“No a una Svizzera da 10 milioni di abitanti”. Così l’Udc vuole fermare frontalieri e migranti

L’Udc svizzero chiede di porre un limite al numero degli abitanti della Svizzera. Un freno a quanti entrano per cercare di stabilirsi nella Confederazione per i più svariati motivi. Siano essi migranti o frontalieri o siano essi spinti da altri motivi. “La Svizzera sta per raggiungere i 10 milioni di persone. E questo sulla superficie di un piccolo Paese, di cui solo un terzo è abitabile. L’anno scorso abbiamo assistito all’afflusso di oltre 180mila persone in un solo anno: si tratta della popolazione della città di Basilea”, dicono i promotori dell’Udc. E così il 1° luglio, l’assemblea dei delegati dell’Udc ha deciso di lanciare l’iniziativa popolare «No a una Svizzera da 10 milioni! (iniziativa per la sostenibilità)».

Chiari i capisaldi dell’iniziativa: “La popolazione residente permanente in Svizzera non deve in nessun caso superare i 10 milioni entro il 2050. In caso contrario, il Consiglio federale deve disdire i trattati internazionali che favoriscono la crescita demografica, in particolare un eventuale patto migratorio stipulato con le Nazioni Unite e l’accordo sulla libera circolazione delle persone con l’UE. Non appena la popolazione residente permanente supererà i 9,5 milioni di persone, il Consiglio federale dovrà adottare dei provvedimenti, soprattutto in materia di asilo”.

E nello spiegare perché uno sviluppo demografico sostenibile sia assolutamente necessario è ovviamente inserito anche il fenomeno del frontalierato. “Negli ultimi vent’anni, la Svizzera è cresciuta di 1,5 milioni di persone. Anche il numero dei frontalieri è raddoppiato. Eppure, nonostante questo, la carenza di manodopera qualificata è maggiore rispetto a vent’anni fa? È chiaro che c’è qualcosa che non va. Siamo in una spirale senza fine. Il nuovo medico che arriva dall’estero con moglie e figli ha bisogno di un insegnante e di un appartamento, che deve essere costruito. E per questo, ancora una volta, sono necessari lavoratori edili, che a loro volta portano con sé le loro famiglie. Da qui la necessità di nuovi edifici scolastici per la cui costruzione faremo arrivare nuovamente persone dall’estero, e così via. È un circolo vizioso”.

Ecco perché, secondo l’Udc, l’iniziativa va sostenuta: “E’ assolutamente necessario per la protezione del nostro ambiente, per la conservazione delle basi naturali della vita, per l’efficienza delle nostre infrastrutture, per l’assistenza sanitaria, per le istituzioni educative, per l’approvvigionamento di elettricità, per l’approvvigionamento alimentare, per la salvaguardia dei servizi sociali”.

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