Sull’ospedale di Menaggio la politica fibrilla. Prima il consigliere regionale Dem, Angelo Orsenigo: Orsenigo (PD): “Così la destra si è spaccata sull’aiuto all’ospedale di Menaggio”. Poi la replica secca dei consiglieri Sergio Gaddi (Fi) e Anna Dotti (FdI): Ospedale di Menaggio, Dotti e Gaddi contro Orsenigo: “Speculazione per denigrare il lavoro del centrodestra”. Ora interviene l’assessore Alessandro Fermi (Lega):
Ho letto non senza stupore la discussione nata a seguito della votazione di un ordine del giorno presentato in Consiglio regionale dal Partito democratico relativo all’ospedale di Menaggio.
Credo che sia opportuno, onde evitare giudizi e valutazioni errati, chiarire alcuni aspetti.
Come ad ogni bilancio, le minoranze presentano legittimamente ordini del giorno che non hanno una ricaduta diretta o concreta, ma sono atti di indirizzo con i quali segnalano alla Giunta regionale temi e argomenti di attualità.
Durante questo assestamento di bilancio la maggioranza di centrodestra ha deciso di non presentare alcun ordine del giorno, comunicando alla minoranza che non vi sarebbe stata possibilità di approvare documenti da loro proposti, ma concordando di dare comunque risposta alle istanze. Nello specifico, dunque, così come concordato, tutti i partiti di maggioranza hanno votato contro, come fatto per tutti gli altri documenti.
Ha quindi sorpreso il fatto che i due consiglieri Dotti e Gaddi abbiano deciso, pur conoscendo l’inutilità di quel voto, di esprimere parere favorevole.
Fatta questa premessa, nella massima libertà di esercizio del proprio ruolo da parte dei singoli consiglieri, quello che ritengo inaccettabile è che questo voto possa essere il discrimine tra chi difende il presidio di Menaggio o si impegna tra le mille difficoltà per la sua tutela e chi no.
Personalmente seguo da anni le vicissitudini dell’ospedale. Conosco in maniera approfondita le grandi difficoltà che tutti i presidi periferici d’Italia, e quindi anche della Lombardia, stanno vivendo rispetto alla difficoltà di reclutamento del personale medico e infermieristico. Questa difficoltà ovviamente ha ricadute anche sull’Erba-Renaldi, in un territorio in cui la concorrenza svizzera e un fortunato successo turistico portano evidenti conseguenze anche rispetto al costo della vita e in particolare delle locazioni in quella zona.
Onestà intellettuale impone di fotografare una situazione partendo da una visione oggettiva. L’impegno politico è quello, nonostante le difficoltà e i limiti, di lavorare per resistere in questa fase di criticità, sapendo che ci vorrà del tempo per riuscire ad invertire la rotta rispetto alle difficoltà di reclutamento del personale.
Negli ultimi anni, proprio a garanzia del mantenimento del presidio e riconoscendone l’importanza che ha per il territorio del medio Lario e per la Valle Intelvi e Valle Menaggio, mi sono sempre attivato per garantirne il maggior numero di investimenti possibile (circa 7 milioni di euro) per lavori di messa in sicurezza, riqualificazione e ampliamento della dotazione tecnologica del presidio. Questi investimenti testimoniano soprattutto l’indiscussa volontà, non nella forma, ma nella sostanza, di riconoscere l’indispensabilità di quel nosocomio e la ferma intenzione di mantenerlo, incrementandone i servizi di interesse alla cittadinanza, tenendo presente il cambiamento di approccio alla sanità territoriale, che negli anni si è automaticamente modificato rispetto agli ospedali periferici.
Qualche settimana fa ho promosso un incontro con la direzione generale e tutti i consiglieri di maggioranza, che aveva la finalità di rappresentare la situazione e costruire insieme un progetto di sviluppo dei servizi ospedalieri, che verrà presentato ai sindaci del territorio dal dottor Fabio Banfi il prossimo 4 agosto.
In quell’incontro si era condivisa la necessità, in un momento così delicato, di fare squadra.
Tutti siamo consapevoli dell’importanza dell’ospedale di Menaggio. Tutti dovrebbero conoscere il quadro di difficoltà in cui versano i presidi periferici della nostra Regione rispetto al personale. E tutti dovrebbero sapere che non è l’espressione di un voto a favore su un ordine del giorno lo strumento per cambiare davvero le cose. Ma, soprattutto, dovrebbe essere chiaro a tutti che non è un voto dall’esito scontato che distingue chi tiene all’ospedale di Menaggio da chi non ci tiene. Un conto è la forma, altro è la sostanza e la forma non può essere, soprattutto in questo caso, considerata sostanza.
2 Commenti
Ma gli abitanti del lago hanno capito che sono stati buggerati da quelli che loro hanno votato?
“Un conto è la forma, altro è la sostanza e la forma non può essere, soprattutto in questo caso, considerata sostanza”.
Caro Fermi, la sostanza è che in oltre vent’anni di governo della regione avete affossato la sanità pubblica.
Chiedere al vostro ex assessore leghista Cè ( https://www.linkiesta.it/2016/02/alessandro-ce-la-lega-assimilata-al-sistema-e-la-sanita-e-diventata-la/ ).